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Vie di collegamento e infrastrutture: "Sono malmesse e pericolose"

A parlare è Gianfranco Spadoni, candidato alla Camera “Civica Popolare” Lorenzin.

“Purtroppo sono  costretto nuovamente  a intervenire sul quadro disastroso delle vie di comunicazione  del nostro territorio ravennate. A cominciare, ad esempio, dall’ Adriatica, e in particolare al tratto per arrivare a Cervia escludendo il segmento  della variante di Savio, il quale  mantiene tuttora  le dimensioni originarie delle proprie carreggiate  particolarmente strette e insicure. La situazione, inoltre  è aggravata dal pericoloso  incrocio a raso con la via Ravegnana per il quale si attende il lungo parto della rotonda, tuttavia la strada diretta a Forlì ha ancora caratteristiche di pericolosità e spazi ridotti per lo scorrimento dei veicoli, senza banchina ai lati della strada.  Per non parlare, poi della Reale anch’essa strettissima  riguardo la mole di traffico che porta quotidianamente e caratterizzata dall’attraversamento di molti centri urbani”. 

A parlare è Gianfranco Spadoni, candidato alla Camera “Civica Popolare” Lorenzin.

“Se poi affrontiamo un’altra questione legata alla viabilità  riferendoci all’ E45 e alla Romea, sorgono altrettanti  problemi sempre legati alla  notevole pericolosità e a un elemento costante in tutti i segmenti viari presi in esame. Vale a dire la pavimentazione stradale con asfalti ormai distrutti dagli enormi crateri in superficie, di tanto in tanto,  sottoposti a manutenzione  con ricoperture e riporti  posticci di materiale bituminoso. E’ anche il caso delle strade a servizio del porto ravennate: la semplice percorrenza  di qualche breve tratto viario,  è sufficiente per assicurare un intervento al veicolo da parte del carrozzaio o del gommista”.
  
“In generale si tratta, insomma, di una situazione  pericolosa da una parte, ma dall’altra, assolutamente inadeguata per l’enorme carico di traffico veicolare costretto a percorrere arterie  ridotte malissimo e sottoposte a una pessima manutenzione. Alla luce di questa situazione, ci si chiede, dunque, se l’alternativa potrebbe essere quella del sistema ferroviario.  Anche su questo comparto vi sono note altrettanto  dolenti perché il dramma di avere un solo binario non consente collegamenti rapidi con percorrenza in tempi certi  con Faenza  e Firenze,  con Bologna,   con Ferrara e Venezia o, ancora,  con Rimini e il sud d’Italia. Avventurarsi in un viaggio partendo con un treno da Ravenna, diventa una scommessa se non addirittura un vero e proprio incubo. I collegamenti, insomma,  avrebbero dovuto rappresentare la vera priorità per lo sviluppo del turismo e del porto, per non parlare poi del settore culturale. Oltretutto alcune scelte imprescindibili potevano rappresentare una risposta per i pendolari costretti ancor oggi a un’iniqua via crucis. Con uno scenario di questo tipo, alla fine ci si chiede come sia possibile avere dubbi sull’investimento dell’E45” conclude Spadoni.

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