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Dai crescioni alle tagliatelle: tante bontà primaverili con gli stridoli e le rosolacce

Con la stagione primaverile torna il tempo di gustare le erbe spontanee e di sperimentarle in cucina per dar vita a dei gustosi piatti tradizionali

Con l'arrivo della primavera sulle tavole romagnole ricompaiono le erbe spontanee, molto utilizzate in cucina per dare vita a gustosi sughi per la pasta o per farcire tortelli o crescioni. Stiamo parlando in particolare degli stridoli (o strigoli) e delle rosole (o rosolacce e rosolacci). In questa stagione, vicino ai corsi d'acqua, nei campi o in collina, capita di vedere persone chine, con sacchetto o cestino e coltellino alla mano, intente nella raccolta di queste primizie. 

Il nome degli stridoli (silene vulgaris), pare derivi dal rumore che queste foglie fanno se passate tra le dita, una sorta di stridore, crescono nella stagione più calda, in tutta la penisola italiana, prediligendo i terreni calcarei; si consumano prima della fioritura. Si possono mangiare anche crudi, aggiunti ad un'insalata, ma in Romagna un vero classico è la tagliatella agli stridoli. Il sugo viene preparato con queste erbe, mondate e pulite e pomodoro, spesso vengono inserite anche salsiccia o pancetta per dare un gusto ancora più goloso al piatto. Gli stridoli si possono cucinare comuque in moltissime maniere, nei risotti, nelle frittate, o anche inseriti nella pasta ripiena, ogni regione ha la propria ricetta. 

Le rosolacce o rosole altro non sono che le piante 'giovani' del papavero selvatico (rosolaccio appunto), quando ancora non fiorisce, i primi mesi della primavera solo il periodo migliore per la raccolta, si trovano nei campi. Si trovano nei campi di cereali, ai bordi delle strade, e si staccano da terra di solito con l'uso di un coltellino. Dopo essere state private delle radici, lavate ed asciugate, devono rilasciare l'acqua in eccesso, cospargendole di sale e facendole riposare. Una volta pronte si usano per farcire i crescioni o nel ripieno dei tortelli insieme alla ricotta. Una vera prelibatezza della tradizione culinaria romagnola. Ma anche queste possono essere consumate crude, o lessate come contorno, dentro alle polpette, insomma si prestano a tante ricette.  

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