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Vince Pastano porta il suo rock a Ravenna. Il chitarrista di Vasco: "Tanta voglia di tornare sul palco dopo il Covid"

Il chitarrista e produttore di Vasco Rossi racconta il suo nuovo progetto Noisebreakers. In primavera, invece, tornerà in tour con Vasco: "Sarà una delle scalette più belle degli ultimi anni"

Sarà una serata di rock ed energia pura. Questo è quanto promette Vince Pastano, chitarrista e produttore discografico classe '78, che sabato 12 febbraio arriva al San Marino Café di Casalborsetti con la sua band Noisebreakers. Progetto nuovo per un artista di grande rilievo: Vince Pastano, infatti, fa parte dal 2014 della band di Vasco Rossi, esperienza che in questi anni lo ha portato a esibirsi davanti a migliaia di fan, in stadi e arene, accompagnato da altri indiscussi fenomeni del mondo della musica.

Pastano, prima di tornare in tour con Vasco, sale però sul palco con "Noisebreakers", omonimo album della band formata da lui, Tony Farina (voce), Diego Quarantotto (basso) e Vincenzo Matozza (batteria). Un disco, uscito a inizio 2022 (in digitale su Bandcamp e in vinile), che verrà presentato proprio nel Ravennate, in una serata organizzata da Relive Eventi, una realtà del territorio che vanta numerose collaborazioni con artisti di livello nazionale e promuove concerti nel territorio. "Noisebreakers" è un album che viaggia tra le sonorità rock di Led Zeppelin, Black Sabbath e Alice Cooper, ma che non disdegna influenze sperimentali che abbracciano Mark Bolan, Nick Cave, Brian Eno e persino Ennio Morricone. Del nuovo disco, ma anche del ritorno al live insieme a Vasco, abbiamo parlato insieme a Vince Pastano.

Puoi raccontarci qualcosa del progetto Noisebreakers? Da dove nasce e cosa dobbiamo aspettarci?
Io e Tony, che siamo lo scheletro di questo progetto, arriviamo da Malacarna, un album molto sperimentale, molto introspettivo. Dopo un bel po' di fermo, dovuto anche al Covid, volevamo un progetto che fosse maggiormente dedicato all'esecuzione live. E quindi siamo tornati alle origini. Dopo un disco così sperimentale siamo tornati sulla nostra via maestra, quella del rock. Un progetto rock-blues molto puro, senza basi. Un album molto chitarristico, con un gran cantante (Tony Farina, ndr) che sembra uscito dagli anni '70. E' stata una scelta naturale, per me, tornare al genere rock. Al di là di tutte le sperimentazioni, rimango un gran rockettaro.

Sul palco cosa potrà ascoltare il pubblico? Solo le canzoni dei Noisebreakers o anche altro?
Oltre ai brani dell'album, proporremo alcune cover non troppo famose del rock blues britannico anni 70. Dal vivo ci proponiamo in modo basic. Nel disco, proprio per la mia indole da produttore, escono anche sfumature più moderne. Fra le tracce presenti c'è anche un brano orchestrale (Dead calm sea, ndr), con la partecipazione di una cantante lirica, molto in stile morriconiano.

Dal 2014 fai parte della band di Vasco Rossi. Che effetto fa stare sul palco insieme a un artista del calibro di Vasco?
Non ci si abitua mai. Ogni volta mi emoziono molto. Mi serve sempre qualche minuto per adattarmi a quell'energia e a quel genere di vibrazioni. Un'esperienza di due ore e mezza fuori dal mondo. Faccio anche fatica a esprimere quelle sensazioni. A volte si sognano quelle esperienze fuori dall'ordinario. E poi non c'è solo il discorso del pubblico numeroso e caloroso, ma anche quello del repertorio. Ho sempre amato Vasco, fin da piccolo. L'ho sempre stimato, poi ricordo quando iniziò la sperimentazione con gli artisti stranieri: Stef Burns, Dean Castronovo... musicisti che già seguivo per le loro precedenti esperienze musicali. Per me rimane un onore collaborare con questi grandi artisti.

Nel corso degli anni sei stato sul palco di fronte a migliaia di persone, ma negli ultimi due anni l'emergenza Covid ha bloccato tutto. Come hai vissuto quest'ultimo periodo?
La vivo male, come tutti. Mi è molto dispiaciuto che il settore spettacolo sia stato poco considerato durante questa emergenza. A livello personale si è chiuso tutto in un modo così violento che non mi sarei mai aspettato. Io sono una persona molto emotiva e ho sofferto molto questa situazione.

In primavera ti vedremo finalmente tornare in tour con la band di Vasco: possiamo sperare in un ritorno alla normalità?
Noi stiamo lavorando per davvero. Stiamo sperimentando, Vasco canta e cerchiamo nuove soluzioni per migliorare lo spettacolo. Uno show arricchito anche dal nuovo album. In tour porteremo una delle scalette più belle degli ultimi anni.

E proprio con l'ultimo disco di Vasco (Siamo qui) sei stato impegnato a fine 2021. Si è trattato del tuo secondo album in studio come chitarrista di Vasco e del primo nella veste di produttore...
Confesso che ero molto emozionato nell'ascolto delle versioni demo dei brani. Sono un privilegiato: sono stato il primo in assoluto ad ascoltare quelle canzoni. E lo dico da grande fan di Vasco. Molto in punta di piedi ho iniziato il lavoro sui brani e, in questo almeno, la pandemia ha aiutato: ho potuto lavorare con calma e sperimentare insieme a Vasco. Venendo dalla produzione dei dischi live, avevo già avuto la possibilità di intercettare la linea artistica fra me e Vasco. E non vedevo l'ora di mettermi all'opera su brani inediti.

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