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Da Poseidone agli eroi della Cuccagna: "Vi racconto com'era una volta Casal Borsetti"

Dalla pineta dantesca alla Casetta in Canada: l'ex calciatore Marcello Vincenzi svela nel suo libro, storie, miti, personaggi e tradizioni di Casal Borsetti

Un viaggio a ritroso tra i ricordi d'infanzia, il racconto di una località ravennate unica nel suo genere, con i suoi personaggi e le sue tradizioni. Tutto questo è racchiuso nel libro "Chiedetemi cos'era Casal Borsetti", prima fatica letteraria di Marcello Vincenzi. Nato nella località balneare ravennate, oggi Vincenzi vive e lavora a Vercelli, ma torna a Casal Borsetti ogni volta che gli è possibile, e forse è stato proprio da questa distanza che l'autore ha trovato lo spunto per scrivere le "memorie" del paese.

Ex portiere di Savarna e Ravenna (chiamato "Spalaz" in ricordo del portiere del Genoa Spalazzi), Vincenzi ha raccolto nel suo libro alcuni dei fatti più curiosi e in un certo senso "epici" della Casal Borsetti della sua gioventù. Un racconto a partire dagli anni Sessanta che permette di rivivere un passato mai dimenticato. Dall'autore ci facciamo quindi raccontare cos'era (e cos'è oggi) Casal Borsetti.

Vincenzi, da dove nasce l'idea per il libro?
Casal Borsetti non possiede una storia scritta, la sua storia è tutta qui: nei suoi personaggi e nelle sue tradizioni. Da qualche tempo avevo in mente di redigere alcune schede e racconti da donare alla biblioteca, perché non si perdesse la memoria. Poi mi sono reso conto che il materiale che avevo era qualcosa di più.

Nel suo libro racconta tanti momenti legati alla sua infanzia. A quali di questi si sente più legato?
Ci sono tanti momenti e tradizioni a cui mi sento affezionato. Per esempio c'è quella della visita nel giorno di Capodanno, quando da bambini si andava a bussare di casa in casa e la gente offriva biscotti caldi e 5 lire per gli auguri di buon anno. Ma i miei ricordi a Casal Borsetti sono anche quelli di un 'parco giochi' immenso che andava dalla spiaggia alla pineta. Proprio quella pineta che io considero dantesca, visto che nella Divina Commedia Dante faceva riferimento a Marcabò. E dopotutto, anche se allora la località di Casal Borsetti non esisteva, le sue origini sono antichissime: la località di Primaro era infatti una stazione di posta per i viaggiatori dell'Antica Roma sulla via Romea. 

Da Poseidone a Leonardo, sono tante le storie straordinarie raccolte nel suo libro... può raccontarcene qualcuna?
Certo. Comincerei proprio da Poseidone, il dio del mare, che per noi ragazzi e bagnini di Casal Borsetti era il mitico capo-bagnino. Lui che andava al largo con il suo motoscafo per controllare la condizione del mare e via radio diceva alla torretta del comando se bisognava mettere la bandiera bianca oppure quella rossa. Ma era anche l'epoca della cuccagna in acqua, una gara dove si doveva essere campioni per trionfare. Si sfidavano i ragazzi di Casal Borsetti contro quelli di Cesenatico, una volta da noi e una volta da loro. E capitava che i nostri eroi riuscissero a trionfare anche nel canale progettato da Leonardo. C'era anche la Casetta in Canada, era poco più di una baracca e ci abitava la signora Tosca che aveva disegnato sopra le pareti per farla assomigliare a quella casetta cantata nella popolare canzone di Sanremo. E da Casal Borsetti partì anche un personaggio piuttosto singolare per un'impresa tragicomica: lo chiamavamo "Luca Tortuga", un ometto che, trovatosi lasciato dalla moglie e senza lavoro, partì per rapinare la banca di Reggio Emilia. Arrivato sul posto, però, trovò una lunga fila e decise di mettersi in cosa e aspettare il suo turno. Quando però venne il suo momento e stava già per dire "questa è una rapina", una guardia giurata che si era accorta della sua presenza si era già messa alle sue spalle.

Abbiamo parlato del passato, ma cos'è oggi Casal Borsetti?
Per certi versi non è più quella di una volta. Direi che si è un po' "imborghesita". Una volta c'erano due cinema e i turisti stranieri "invadevano" il paese. Sono spariti anche quasi tutti i negozi. Però alcune cose sono rimaste le stesse: la tranquillità innanzitutto. E' un paese dove la sera si dorme senza tanti rumori e nelle notti d'inverno da casa si riesce a sentire il rumore del mare.

Cosa le manca di più di quei tempi?
Dovrei dire la gioventù (ride, ndr). Ma le cose che mi mancano di più sono quelle di cui mi sono reso conto quando mi sono allontanato. La calma e la natura, che per fortuna è rimasta molto forte. Una passeggiata a Casal Borsetti riattiva i cinque sensi, proprio grazie alla forte presenza della natura. Ogni volta che torno qua raccolgo un grande senso di pace e di benessere.

Marcello Vincenzi

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