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Abolizione dell'ora legale: perché l'Italia dice no

Un provvedimento che divide l'Europa e che secondo il governo italiano è sbagliato per tre ragioni. Ecco perché si dovrebbe mantenere l'alternanza tra ora solare e ora legale

Se ne parla da tempo: l'ora legale va abolita o no? Un dubbio nato proprio all'interno del Parlamento europeo che si è pronunciato in favore dell'abolizione permettendo ai singoli Stati di scegliere se adottare l'ora solare o l'ora legale come fuso orario definitivo. Una misura fortemente richiesta dai paesi nordici, ma che non va giù a gran parte degli italiani.

Il cambiamento definitivo sarebbe dovuto partire nel 2021 ma, per ora, l’Italia ha deciso di non scegliere. Infatti in estate il governo Conte I aveva già depositato a Bruxelles una richiesta formale per mantenere l'attuale alternanza fra ora legale e ora solare.

Ora legale: perché non piace ai Paesi nordici?

Messa in pratica per la prima volta dal britannico William Willett durante la Prima guerra mondiale, l'ora legale è "indigesta" ad alcune popolazioni europee. I Paesi del Nord Europa, infatti, sono contrari all’ora legale perché in estate nei loro territori il sole cala più tardi e non c'è la necessità di spostare in avanti le lancette per risparmiare sui consumi energetici. Nella zona mediterranea, invece, l'alternanza tra ora legale e ora solare consente di guadagnare un’ora di luce in estate e ne fa recuperare un’altra nelle mattinate invernali.

I motivi per non cambiare

L'ora legale, introdotta nel 1996 in tutta l'Unione Europea, è ora sotto attacco: e se il Nord Europa vuole l'abolizione, l'Italia si schiera a favore dello status quo. Ma quali sono le ragioni che spingono il nostro Paese a rifiutare l'abolizione del cambio d'orario?

1. Quale vantaggio?

Da quanto si evince dal testo depositato a Bruxelles, la prima ragione è la mancanza di una valutazione d’impatto che faccia emergere, in modo esaustivo, il quadro dei vantaggi e degli svantaggi. Insomma, non esisterebbe una prova che quei due giorni all'anno in cui si cambia l'orario spostando avanti o indietro di un'ora le lancette comportino uno squilibrio psico-fisico.

2. C'è veramente un risparmio energetico?

Il secondo motivo che ha spinto il governo Conte I a esprimere un parere contrario alla proposta europea è di ordine economico. Grazie all’ora legale, infatti, per sei mesi l’anno le luci vengono accese un’ora dopo, permettendoci di risparmiare una bella somma di denaro. Secondo un altro documento, redatto da Terna, il gestore dei tralicci dell’alta tensione, allegato a quello depositato a Bruxelles dal governo, il risparmio si quantificherebbe in 100 milioni di euro l’anno.

3. Diversi fusi orari

La terza e ultima perplessità del governo italiano sulla proposta di abolizione riguarda le difficoltà che risulterebbero se i vari Stati europei scegliessero orari .differenti. In questo caso si metterebbe a rischio il corretto funzionamento del mercato comunitario.

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