Dante 2021, la Pigna: "Figuraccia frutto dell'incompetenza di sindaco e assessore"
La figuraccia causata alla città di Ravenna e ai ravennati, sopratutto a seguito dell'annuncio della grande mostra di richiamo internazionale organizzata dai Musei San Domenico di Forlì nel 2021, è frutto dell’incompetenza dell’assessore Signorino e del sindaco Michele de Pascale. Mai come sotto la guida della Signorino la cultura ravennate ha toccato nella storia della città un punto così basso. Ora i ravennati grazie alle denunce, alle critiche e alle informazioni rese note in questi anni sono consapevoli della gestione drammatica della cultura a Ravenna. I responsabili? Il sindaco de Pascale, l’assessore Signorino, il Pd ravennate e il dirigente alla cultura Maurizio Tarantino. Pensiamo al Mar, che da quinto Museo Italiano è precipitato nell’anonimato dall'avvento dell'accoppiata Signorino/Tarantino. Un Museo gestito in modo patetico e senza alcuna competenza, che si è ridotto a proporre mostre comprando format triti e ritriti e a organizzare mostre fotografiche di scarsissimo livello e interesse. Pensiamo alla gestione della Fondazione RavennAntica, di cui abbiamo in questi anni reso noto tutte le nefandezze della gestione e l’enorme sperpero dei soldi dei ravennati. Una Fondazione archeologica che viene – neanche a dirlo - coinvolta nelle iniziative rivolte dedicate a Dante e rivolte alle scuole pur non avendo al suo interno nessuno storico o esperto di fama sul Sommo Poeta. Pensiamo a Ravenna Manifestazioni, dove la volontà egemonica dell’assessore Signorino ha portato allo scontro con Maria Cristina Mazzavillani Muti, determinandone persino l’abbandono. Il grave ritardo nell’annunciare il programma Dante 2021 unito alla scontata pochezza del cartellone degli eventi, ma anche la scontata pochezza dello stesso, portano ad affermare che il VII Centenario della morte rappresenta l'inferno di de Pascale e del Pd. La mostra di Forlì, che sarà indiscutibilmente l'evento principale a livello nazionale, affonda ancor più il deserto di idee e l'incapacità di tessere relazioni nel mondo culturale “che conta” di de Pascale e della Signorino. Un enorme smacco a Ravenna, la città che da sempre custodisce le spoglie mortali di Dante Alighieri. Una mostra, quella forlivese, che porterà almeno 100.0O0 visitatori (stima al ribasso) e un indotto di almeno 10 milioni di euro. Le giustificazioni addotte dal sindaco de Pascale all’annuncio dell’importantissima mostra di Forlì sono state imbarazzanti. Una pezza che peggiore del buco. Affermare, come ha fatto incredibilmente il sindaco, che tutti i visitatori della mostra di Forlì verranno poi a Ravenna, offende l’intelligenza di noi ravennati. Comunque de Pascale e la Signorino cerchino di girarla, nella corsa a elaborare le migliori iniziative per le celebrazioni dantesche, Ravenna si è classificata indiscutibilmente ultima. L'ennesima e non necessaria conferma dell'imbarazzante incapacità di programmare e organizzare eventi culturali degni di questa definizione. Lo scorso 30 luglio il “glorioso” (almeno secondo le parole del sindaco) cartellone degli eventi ravennati dedicati a Dante 2021 è stato finalmente svelato, dopo un numero incredibile di rinvii che non trovano alcuna giustificazione, dato che la stessa Signorino aveva più volte sostenuto che il programma era già definito da tempo. Allora perché aspettare così tanto per annunciarlo? Perché proprio nell'annunciare il cartellone, la Signorino ci ha tenuto a specificare che lo stesso non era ancora confezionato? Perché prendere in giro i ravennati e gli operatori economici locali con l'assurda tesi dell'inopportunità di fare confronti con le realtà di città vicine come Forlì o Ferrara, aggrappandosi alla teoria della collaborazione. D'altra parte, si giustificano i due, Forlì e Ferrara hanno risorse maggiori di Ravenna. Ma guarda. Chissà perché non hanno mai speso una parola gli amministratori ravennati quando Mauro Mambelli, Presidente di Confcommercio, faceva questi confronti fra il Mar e il San Domenico, senza considerare l'abissale sproporzione di budget. Ma Mambelli, oggi, non ha nulla da ridire? Colui che fino a qualche anno fa si lamentava perché le mostre del Mar, con un quinto di budget rispetto al San Domenico, facevano meno visitatori, non ha nulla da eccepire sulle attuali mostre del nostro Museo d'Arte, organizzate dal grandissimo (definizione della Signorino) direttore Tarantino e che hanno staccato neanche la metà di biglietti rispetto a quelle della gestione Spadoni. Lo scorso 13 luglio ho chiesto a Maurizio Tarantino di consegnare la documentazione relativa alle richieste e relative risposte dal 2018 ad oggi, per il prestito di opere e di documentazione storica alle Gallerie degli Uffizi e ad altri Musei italiani ed esteri. In data 23 luglio con enorme stupore e incredulità Tarantino risponde di essere impossibilitato a consegnare la documentazione richiesta perché a causa del lockdown tutta l’attività era stata annullata. Ebbene il lockdown ha colpito anche Forlì, Firenze, Verona e Torino (solo per citare quelle più importanti), eppure le locali amministrazioni non si sono certo fermate o hanno annullato il lavoro fatto. La stessa Forlì ha presentato la sua eclatante mostra. Ma torniamo a Tarantino, al quale abbiamo prontamente richiesto di fornire ugualmente e nei termini regolamentari le richieste delle opere e della documentazione anche se annullate. Lunedì mi è giunta una mail del servizio politiche culturali nella quale un anonimo funzionario, in nome e per conto di Tarantino, mi comunica che le richieste - cito - “sono state illo tempore archiviate e sostituite dalle nuove richieste (a tutt'oggi in fase di predisposizione). Tali circostanze rendono, allo stato, particolarmente complessa l'attività di recupero e di raccolta - da parte dei competenti uffici - di tale documentazione "annunciando in violazione dei termini regolamentari la consegna entro 30 giorni”. Ora, sia nella mail del 23 luglio di Tarantino sia in quella di martedì senza firma si ammette candidamente che le richieste di opere e di documentazione sono a oggi in fase di predisposizione. Va da sè che, secondo quanto messo nero su bianco da Tarantino, ad oggi le nuove richieste non sono state ancora inviate alle Gallerie degli Uffizi e agli altri Musei. Ci chiediamo allora come abbia potuto dichiarare pubblicamente de Pascale lo scorso 30 luglio che arriveranno un’opera di Giotto e di Cimabue? Dopo lo smacco di Forlì e l'indignazione dei ravennati Michele de Pascale, in evidente imbarazzo, ha accellerato la presentazione di un programma ben lontano, però, dall'essere definito. Manca appena un mese all'inizio delle celebrazioni e il programma ravennate non è ancora definito? Una presentazione, quella del 30 luglio, pressapochista e di scarso interesse, nella quale non è stato detto nulla sull’investimento, sulla stima dei visitatori e sull'indotto economico per la città. E di fronte a tanta nullità, nemmeno il “soccorso rosso” del presidente della nostra Regione Stefano Bonaccini è riuscito a celare le evidenti lacune. Chiediamo a de Pascale, alla Signorino e al fido Tarantino: a quanto ammonta l’investimento economico? Quanti turisti si stima arriveranno a Ravenna? A quanto ammonta l’indotto economico per la città? Ma al peggio non c'è mai fine, sopratutto quando ci sono de Pascale e la Signorino. Al colpevole ritardo nella definizione del programma degli eventi, si somma quello nella promozione e pubblicizzazione degli stessi. Sarà impossibile, ad esempio, rientrare nei cataloghi e nei materiali promozionali già predisposti dai tour operator e pronti per essere distribuiti alle fiere di settore. Un programma che si basa quasi totalmente sulla programmazione del Ravenna Festival e di Ravenna Teatro e quindi senza alcun merito da parte dell’assessorato alla cultura, e che vede coinvolti molti dei soggetti protagonisti della fallimentare candidatura di Ravenna Capitale Europea della Cultura 2019. Non ci fossero in programma le iniziative promosse da Ravenna Festival e Ravenna teatri, oltre alle elemosine forzate e fuori tempo massimo degli Uffizi, cosa rimarrebbe dei grandiosi progetti dell'assessorato alla cultura? Le uniche vere iniziative in programma per Dante '21 sono la mostra di Medica, che forzatamente avrà pochi pezzi essendo allestita in una chiesa poco conosciuta e poco attrezzata per esposizioni e la mostra sull'immagine pop di Dante, che con ogni probabilità farà rivoltare Dante nella tomba. E' come se per le celebrazioni leonardesche, il Louvre o gli Uffizi avessero pensato a una mostra di caricature della Gioconda o ai suoi utilizzi - sono alcune migliaia - in prodotti pubblicitari, dai pannolini femminili ai cioccolatini all'acqua Ferrarelle (liscia, gasata ecc.). Ve lo immaginate? E cosa dire della mostra fotografica di Paolo Roversi? Si tratta di un’ampia selezione di scatti che celebrano la figura della “musa”, una reinterpretazione contemporanea della figura di Beatrice della Divina Commedia, qui incarnata da donne iconiche come Kate Moss, Naomi Campbell e Rihanna. Un’offesa allo splendore di Beatrice che all’epoca non aveva certamente rapporti con il Briatore del tempo e allo stesso Dante che davvero si rivolterà nella tomba. Dante davvero tradito fa bene a scappare a gambe levate da de Pascale e dalla Signorino e approdare a Forlì. Non sarà di certo, purtroppo per la nostra città, la mostra di Medica, sicuramente con qualche buon pezzo antico ma non certo paragonabile a quelli di Forlì, e tanto mento la mostra su 'Dante Pop', per così dire, a richiamare un pubblico numeroso come tutti si aspettano. Il Mar, negli anni tra la gestione Morelli e la gestione Tarantino-Signorino aveva acquisito fama, prestigio e know-how notevoli. Ad esempio, nella mostra sui Preraffaelliti - la prima in assoluto in Italia, che poi passò all'Ashmolean Museum di Oxford - c'era tutta una sezione (una quindicina di opere come si può vedere dal catalogo, dedicata a Dante di cui i preraffaelliti inglesi erano dei cultori. Opere che venivano dalla Tate, dal British e dal Victoria and Albert Museum di Londra, dai musei di Edimburgo, Oxford, Cambridge, Birmingham. Rapporti con questi prestigiosi Musei che grazie a de Pascale e alla Signorino ora non esistono più. Dei barbari della cultura: dove mettono le mani distruggono e annientano tutto ciò che è ricchezza e valore. Ora, forse verranno nientemeno che Giotto e Cimabue dagli Uffizi: che impressione! Basta sfogliare il catalogo della mostra sugli affreschi strappati per vedere una sequenza di opere che andavano da Giotto a Tiepolo, con una teoria di nomi come Beato Angelico, Pinturicchio, Ercole Roberti, Raffaello una serie strepitosa di affreschi pompeiani, e Vitale da Bologna, Domenichino Correggio, Veronese, Giulio Romano, i Carracci, Reni, Guercino, Andrea del Castagno, il Ghirlandaio, Pisanello, Bramante, Signorelli, Pontormo, per citarne solo alcuni alla rinfusa. Provenivano oltre che dagli Uffizi da Brera, dai musei vaticani e dagli altri maggiori musei italiani. Senza citare tutti i capolavori della mostra di Corrado Ricci, intere sale prestate da grandi musei. Prestiti ottenuti, senza pagare ma sulla base dei progetti e dei prestigiosi comitati scientifici. Se noi ravennati della lista La Pigna fossimo alla guida del Comune di Ravenna. avremmo certamente pensato e realizzato una grande mostra su Dante di respiro europeo. Un'ipotesi di mostra dantesca? Una mostra riguardante le numerose illustrazioni di temi danteschi di famosi artisti europei, dai romantici, ai preraffaelliti ai simbolisti, e giungere magari a qualche grande artista contemporaneo internazionale. Sarebbe bastato fare un progetto serio, con un comitato scientifico autorevole, coinvolgendo alcuni musei europe e fare le opportune richieste di prestito con un paio di anni di anticipo. E naturalmente godere di qualche reputazione. Si sarebbe anticipata la mostra di Forlì, differenziando quella di Ravenna per il taglio esclusivamente europeo. Ma si poteva pensare a tempo debito anche ad altri progetti anticipando Forlì e magari godendo di adeguati contributi regionali e di sponsor. E invece no... perché a Ravenna si pensa di gestire le celebrazioni dantesche come il programma degli eventi della Festa dell’Unità.
Lista civica La Pigna