"Degrado da radici o radici del degrado?"
Negli anni passati i turisti provenienti da tutta Italia che visitivano Ravenna non potevano fare a meno di fare qualche confronto tra il buono stato di manutenzione delle strade e del verde della nostra città con quello delle loro città; confronti dai quali, a detta dei visitatori, la nostra città ne usciva sempre piuttosto bene. Effettivamente anche noi ravennati visitando le altre città, anche le più virtuose, notavamo qualche traversa secondaria, qualche giardinetto di periferia, forse meno frequentato dai cittadini, che sfuggiva all’attenzione degli operatori; a Ravenna questo non avveniva, come se la nostra città volesse mostrare sempre il suo lato migliore ai visitatori, anche nel rispetto dei propri cittadini. Pare che negli ultimi anni questa vocazione si stia attenuando: in diversi punti delle strade l’integrità della carreggiata è compromessa dalle radici delle piante adiacenti alla carreggiata stessa; problema che l’amministrazione comunale affronta posizionando cartelli mobili o fissi recanti la dicitura “degrado da radici”. Posizionare un cartello mobile che indica un pericolo è di per se una misura provvisoria, destinata ad essere quanto prima sostituita da una soluzione “radicale” del problema. Questi cartelli invece fanno ormai parte del paesaggio, facendo riferimento non a un pericolo contingente ma al “degrado” come situazione ineluttabile, irreversibile, palesando una rinuncia dell’amministrazione alla soluzione del problema . Forse quello che si sta insinuando sotto la carreggiata non è “degrado da radici” ma sono le “radici del degrado”.
Elisa Guerra, Alleanza di Centro Ravenna