Volontari uniti per ricostruire dopo l'alluvione: "Ho capito cosa significhi davvero l'umanità"
Pubblichiamo la riflessione di una nostra lettrice. “Ho provato un grandissimo senso di casa”, “Mi sono sentita fiera della mia terra”, “Ho capito cosa significhi davvero l’umanità”. Queste sono solo alcune delle sensazioni che hanno accompagnato i volontari che negli ultimi dieci giorni si sono fatti in quattro per aiutare le numerosissime vittime dell’alluvione che ha colpito per la seconda volta l’Emilia-Romagna. Stiamo vivendo un evento senza precedenti, non soltanto dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista affettivo. “L’alluvione non mi ha portato via i soldi, cosa vuoi che sia, quelli sono solo pezzi di carta, mi ha portato via i miei ricordi”: questa è sicuramente una delle frasi che mi ha colpito di più, pronunciata da un signore di circa 80 anni, che, pur avendo la catasta dei propri mobili fuori casa, pronti per essere buttati, si preoccupava di tutti i ricordi che gli venivano portati via; i ricordi di una vita, presi e trascinati via con forza dall’acqua.
In molti casi l’acqua ha rubato, in certi altri invece, ha restituito vecchi ricordi, vecchie fotografie ormai ingiallite, di cui non si ricordava neanche l’esistenza; a tutti i volontari ha donato la gioia di apprezzare delle storie di vita e di viaggi ormai dimenticati, regalati da persone che ormai avevano perso tutto. Attraverso i racconti delle persone ho vissuto cento vite diverse, guardando con i loro occhi ho potuto ammirare ed apprezzare l’importanza delle piccole cose ed attraverso il loro cuore ho capito l’importanza dell’unione. Spesso diciamo “l’unione fa la forza”, ma mai come adesso avevo veramente capito cosa significasse questa forza. Giovani di tutte le età che scendono in strada, assieme, per spalare fango, sgomberare cantine, spostare mobili, perché rimanendo uniti, non ci ferma neanche l’acqua.
Questo deve farci capire l’importanza di lavorare di squadra, senza discriminare nessuno perché un po’ più basso o un po’ meno forte degli altri, perché l’importante è credere in ciò che si fa: stiamo spostando la Terra armati di badili, buona volontà e forza d’animo. L’unione che si è creata non è soltanto tra i giovani, ma è anche tra generazioni lontanissime tra loro: vedo quotidianamente un bellissimo rispetto reciproco tra giovani e… meno giovani. Vedo finalmente che anche le persone molto più grandi di noi ci rispettano e non ci descrivono più soltanto come “scansafatiche” o “buoni a nulla” ma addirittura come “angeli”. Un libro che ho avuto il piacere di leggere un po’ di anni fa recita: “Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla” e tutte le persone che ho incontrato ce l’avevano eccome questa buona storia; io invece, quando sarò meno giovane, racconterò di come tutti assieme, ci siamo uniti e non ci siamo più divisi.
Matilde Manetti