L'anniversario della Liberazione: "Ravenna deve e dovrà gratitudine eterna ai partigiani"
76 anni fa Ravenna fu liberata dall'occupazione nazifascista. I partigiani eseguendo con coraggio e precisione le direttive del piano militare del Comandante Bulow, approvato dagli Alleati, costrinsero gli occupanti tedeschi ed i loro servi fascisti a fuggire dalla città già nella notte tra il 3 e 4 Dicembre del ’44.
Alle prime luci dell'alba la prima pattuglia di liberatori entrò in città. Nelle ore successive giunsero il grosso delle forze partigiane e poi le truppe canadesi ed alleate. Lo storico ufficiale dell’Esercito Americano così ufficializzò l’evento: “Visto che l’insurrezione partigiana aveva scacciato i tedeschi dalla città, i canadesi ebbero poche difficoltà ad entrarvi il 4 dicembre. Questo evento rappresentò la prima apparizione sul fronte di una grande e ben organizzata unità partigiana”. Per quasi cinque giorni nella “battaglia delle valli”, toccò poi ai partigiani confrontarsi aspramente con la controffensiva tedesca mossa dal 76^ Corpo Corazzato da Nord, a causa delle lentezze dell'avanzata alleata, fino a quando furono rimpiazzati dai contingenti alleati solo l’8 Dicembre ’44. Il fronte si attestò sul fiume Lamone.
Questa è la Storia che ribadiamo a fronte delle incredibili falsificazioni dei cosiddetti negazionisti il cui compito è svalutare e ingiuriare la Resistenza. Nuovi bombardamenti, ulteriori lutti civili, altre distruzioni di edifici e manifatture, del porto, furono così risparmiate alla popolazione ravennate. Ravenna deve e dovrà gratitudine eterna a quei combattenti che così salvarono il suo favoloso patrimonio artistico.
A Ravenna, come nel resto dell'Italia occupata dai nazifascisti, uniti sotto il comando del CLN e del CVL, le brigate partigiane collaborarono intensamente alla Liberazione d'Italia da parte degli Alleati e combatterono realmente per la libertà di tutti i loro contemporanei e delle future generazioni italiane. A loro vanno affiancati i reparti del ricostituito Esercito Italiano, tutti i militari italiani che combatterono nella Resistenza in altri Stati, i deportati civili e militari e gli internati nei Lager nazisti, la popolazione civile che collaborò alla Resistenza.
Quanti caduti a causa dell'ideologia nazifascista, l’irriproponibile e bandito male assoluto del novecento contro il quale questa repubblica va ancora difesa con coerenza costituzionale. Tutto ciò significò il riscatto nazionale dalla dittatura fascista e dal suo imperialismo e rese meno pesanti le sanzioni alleate contro l'Italia quale Stato corresponsabile della II Guerra Mondiale. Anche questa è Storia riconosciuta dagli stessi Alleati. La Repubblica e la Costituzione democratica, volute poi dai partiti democratici, antifascisti, e dal popolo italiano, scaturirono da questa lotta di Liberazione nazionale. La Costituzione, caposaldo del nostro sistema democratico, deve essere salvaguardata e ancora attuata in parte. Questo è l’impegno vero al quale sono chiamati oggi gli Italiani che la rispettano. Ognuno faccia la sua parte per la Nazione e non solo per sé stesso. Non esistono scorciatoie populiste di alcun genere. Occorre mettere in pratica tutti i principi fondamentali della Carta e riformare, nel rispetto della sovranità popolare, l'organizzazione dello Stato.
Con questo spirito democratico e con questi punti di convergenza fondamentali, la Consulta Provinciale Antifascista di Ravenna partecipa alla odierna festa della Liberazione di Ravenna (le cui lapidi commemorative attendono un evidente restauro), così come nel pomeriggio al raduno antimperialista e anti-neocolonialista.
Per la Consulta Provinciale Antifascista di Ravenna: il Presidente Carlo Boldrini e il Vicepresidente Andrea Maestri