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Ciclismo, Solarolo celebra il ct della nazionale Cassani: "Ci vuole “occ, pazenzia e bus de cul"

Serata memorabile, quella di lunedì, per la comunità di Solarolo, che si è stretta attorno a Davide Cassani, nominato di recente Commissario Tecnico della Nazionale Italiana di Ciclismo Professionisti su Strada

Serata memorabile, quella di lunedì, per la comunità di Solarolo, che si è stretta attorno a Davide Cassani, nominato di recente Commissario Tecnico della Nazionale Italiana di Ciclismo Professionisti su Strada. L’incontro si è svolto in una sala consiliare gremitissima, dove amici di vecchia data, addetti ai lavori o semplici appassionati di ciclismo hanno celebrato il concittadino, primo emiliano romagnolo nella storia a guidare la nazionale di ciclismo, che nell’immaginario popolare è seconda soltanto a quella del calcio.

La serata è stata ben condotta da Ivan Neri, giovane scrittore solarolese e appassionato di ciclismo. Tutti presenti gli ospiti annunciati, a partire dagli ex professionisti Giuseppe “Pipaza” Minardi, Daniele Caroli, Roberto Conti e Alberto Contoli, ma anche gli ex preparatori di Davide, Giuseppe Roncucci e Giancarlo Ferretti. Non sono mancati Marino Amadori, attuale Commissario Tecnico della Nazionale Under 23; Marco Magnani, medico sportivo; Gino Maioli, ex massaggiatore della nazionale; Dino Falconi, ex meccanico dei professionisti; Gianluca Giardini, giornalista di Rai Sport; Raffaele Babini, direttore di corsa Rcs Sport. Presente anche Claudio Casadio, presidente della Provincia di Ravenna. Hanno fatto gli onori di casa Fabio Anconelli, sindaco di Solarolo, e Tamara Fagnocchi, assessore comunale allo Sport.

Anconelli ha aperto l’incontro ricordando come "Davide rappresenti da sempre i veri valori dello sport, e del ciclismo in particolare: il sacrificio, il lavoro e la tenacia. La nostra amministrazione, attenta alla valorizzazione dei “talenti” solarolesi, non poteva esimersi dal salutare con questa serata la chiamata di Cassani al difficile ma prestigioso compito di selezionatore della nazionale italiana". L’assessore Fagnocchi ha aggiunto: "Davide fu la prima persona a cui chiesi un consiglio, quando venni nominata assessore allo sport. La sua caratteristica più bella, è che si è sempre fatto voler bene da tutti".

La serata si è poi sviluppata fuori dagli schemi, fra racconti di curiosi episodi, in un crescendo di simpatiche battute. Cassani ha salutato uno ad uno quasi tutti gli intervenuti, ricordando i suoi vecchi compagni di scuola, i primi compagni d’allenamento quando esordì giovanissimo nella Solarolese e gli amici coi quali ha diviso gli anni da professionista del pedale. La serata si è così trasformata in una divertente pioggia di aneddoti, dall’amico amatore che una volta riuscì a battere Davide sulla salita di Castel Raniero, fino al racconto di un Giro dell’Emilia in cui Cassani corse fuori dalle tattiche di squadra, facendo infuriare il suo ex direttore sportivo Giancarlo Ferretti, ma poi finì per vincere quella tappa («per fortuna, sennò sarebbero stati c…i dopo la gara con il “Ferro”». Ferretti ha confermato l’episodio, ammonendolo: «Davide, spera che nessuno degli azzurri al prossimo mondiale si comporti come tu ti comportarsi in quel Giro dell’Emilia, altrimenti finisce nel caos».

E a chi gli ha ricordato la difficoltà nel guidare la nazionale italiana di ciclismo, che oltretutto in questo momento non esprime grandi campioni, Cassani ha rispolverato una filosofia tutta romagnola, già in passato utilizzata da Arrigo Sacchi: «Ci vuole “occ, pazenzia e bus de cul”. Spero di averne a sufficienza». Non è mancato nemmeno un gustoso “fuori onda”: durante la serata, sul cellulare di Cassani è arrivata la telefonata dell’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, che ne ha approfittato per salutare i presenti. Cassani ha poi ricordato come in un Giro d’Italia di qualche anno fa si era costituita una sorta di “Solarolo power”: "C’eravamo io come commentatore Rai, Giuseppe Baldi come commissario di corsa, Filippo Savini come ciclista, Fabiano Fontanelli come direttore sportivo e Raffaele Babini come direttore di corsa. Eravamo una piccola potenza". E dopo il ricordo inedito di quando da ragazzino suonava il sax («Che emozione il saggio finale della scuola di musica!»), Cassani ha voluto dedicare un commovente applauso finale a suo padre, scomparso un paio d’anni fa.

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