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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Giù il Sipario, quando il basket si trasforma in un teatro

Questa iniziativa definisce con maggiore chiarezza l’approccio del Basket Ravenna al tema del rapporto con i giovani. Il nostro obiettivo è quello di dare ai nostri atleti un aiuto e una serie di spunti concreti per la loro crescita", afferma Giorgio Bottaro, direttore generale del Basket Ravenna

Teatro e sport insieme, per aiutare i nostri ragazzi a crescere come persone e cittadini migliori. E’ questa l’idea alla base dell’accordo tra Basket Ravenna e Teatro delle Albe, unico teatro stabile di prosa dell’Emilia Romagna, attraverso il percorso della “non-scuola”.  Un progetto unico a livello nazionale e non solo. In base a questa iniziativa, la squadra Under 12 maschile e il gruppo femminile Under 14 si ritroveranno ogni lunedì nell’orario d’allenamento non in palestra ma bensì al Teatro Rasi e con la regolare divisa da basket, “giocheranno” al teatro insieme ad Alessandro Argnani, attore del Teatro delle Albe e responsabile del progetto ventennale della “non-scuola”.

I primi appuntamenti, lunedì per le ragazze e sette giorni dopo per i maschietti, sono stati più che soddisfacenti: dopo un comprensibile adattamento, per Alessandro e i suoi non-allievi è cominciata una fase di grande e coinvolgente divertimento, che ha portato i gruppi a interagire con sempre maggiore padronanza dei propri mezzi e crescente personalità. Così Giorgio Bottaro, direttore generale del Basket Ravenna: “Questa iniziativa definisce con maggiore chiarezza l’approccio del Basket Ravenna al tema del rapporto con i giovani. Il nostro obiettivo è quello di dare ai nostri atleti un aiuto e una serie di spunti concreti per la loro crescita. Ognuno di noi è influenzato da ciò che gli accade intorno, pertanto un operatore sportivo come una squadra di pallacanestro amministra un grande valore sociale. Accogliamo un numero enorme di ragazzi (oltre 400 dai 4 ai 19 anni, maschi e femmine, ndr), alla fine del percorso agonistico alcuni di loro potranno anche  diventare giocatori veri, ma sicuramente tutti sono destinati a crescere e a diventare nostri concittadini: è in questo senso che vogliamo intervenire, aiutandoli  a essere persone migliori”.
 

Bottaro ripercorre poi la nascita del rapporto con il Teatro delle Albe: “La collaborazione è nata in tempi recenti ma è già stata molto fruttuosa. Originariamente siamo stati invitati alla replica di “Incantati, Parabola dei Fratelli Calciatori”, spettacolo sul calcio giovanile scritto dal celebre regista Marco Martinelli, proposto al Teatro Rasi tra ottobre e novembre. Dalla nostra unità di vedute è sbocciata questa iniziativa. La nostra idea è di seguire un percorso per i nostri giovani dedicato all’attività di prosa, sviluppando una collaborazione dedicata alla proprietà di linguaggio e di espressione. Si tratta di due elementi fondamentali sia nello sport, sia nell’attività teatrale. Un ragazzino, infatti, non possiede ancora la proprietà di linguaggio di un adulto: molto dipende dalla consapevolezza e dalla capacità di esprimersi. Interveniamo per aiutarli a migliorarsi in questo senso “giocando” al teatro su un palcoscenico importante e con attori esperti. Non si vince una partita in più grazie a questo tipo di attività, ma al termine di questo percorso avremo sicuramente arricchito il patrimonio culturale dei nostri ragazzi, rendendoli cittadini migliori: questo il nostro obbiettivo”.

A seguire è stata la volta di Alessandro Argnani: “Non è comune trovare teatri stabili di innovazione in una città ed è bello anche per noi poter collaborare con una realtà come quella del Basket Ravenna. Perché a Ravenna? Perché abbiamo costruito un teatro stabile, che lavora ad alto livello ed è sempre riuscito a trovare un dialogo profondo con la città. Il Teatro delle Albe si è radicato nel tessuto cittadino negli ultimi venti anni, sviluppando al proprio interno questo progetto di non-scuola, di fatto un “vivaio teatrale” che permette ai bambini di giocare a fare gli attori. Il progetto è nato all’Itis nel 1992 e da allora si è sviluppato fino a comprendere circa 300 adolescenti all’anno. Non cerchiamo i nuovi talenti del teatro, né siamo interessati a inventarli: ciò che importa è dare una centralità al gioco del teatro, inteso come luogo di interazione e incontro nel quale usare la testa, il cuore e la pancia. A chiusura di questo percorso, i gruppi del Basket Ravenna parteciperanno al Festival della non-scuola, in programma ad aprile al Teatro Rasi, che raccoglierà tutti i gruppi che hanno giocato con noi quest’inverno”.

Così Maurizio Massari, responsabile giovanile del Basket Ravenna: “Dispongo di un osservatorio privilegiato sui ragazzi dai 15 ai 17 anni, visto che lavoro da 25 anni con adolescenti di questa età. Nel corso degli anni ho potuto notare lo sviluppo orizzontale di questa fascia di età: è aumentata la potenzialità dei ragazzi così giovani, ma è calata la loro capacità di esprimerle. Una generazione fa, il compito degli allenatori era di plasmare le energie e i talenti che questi giocatori esprimevano da sé; i ragazzi di oggi hanno bisogno di una figura che li coinvolga attraverso un percorso di ricerca, consapevolezza ed estrazione delle proprie qualità. Il ruolo dell’istruttore è sempre più pedagogico, oltre che sportivo, sia per la crescita dell’atleta, che per quella della persona. Per creare un giocatore, il lavoro sulla persona è imprescindibile”.

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