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Il giallo del gol non concesso: il Faenza protesta con una lettera ufficiale

E' stata inoltrata, a firma del presidente Gianandrea Missiroli, una lettera ufficiale alla sezione AIA di Forlì, da cui dipende il signor Pilato, di richiesta di scuse e ammissione dell’errore

C’è molta amarezza in casa del Faenza calcio per l’errore arbitrale che domenica ha negato il vantaggio ed una quasi sicura vittoria acciuffata all’ultimo minuto con il Sant’Agostino. Al 44’ del secondo il preciso tiro di Negrini a mezz’altezza aveva portato avanti il Faenza, ma il pallone chiaramente entrato è uscito dalla rete per un foro nella stessa, e il direttore di gara, signor Pilato della sezione arbitrale di Forlì, dopo aver concesso il gol, non l'ha convalidato. La società biancazzurra sta quindi valutando se fare ricorso per errore tecnico dell’arbitro che, nonostante le legittime richieste dei faentini, non ha voluto verificare il fatto che la rottura della rete avesse favorito l’uscita del pallone, e ha fischiato la fine della partita senza concedere recupero nonostante le numerose interruzioni di gioco. Intanto è stata inoltrata, a firma del presidente Gianandrea Missiroli, una lettera ufficiale alla sezione AIA di Forlì, da cui dipende il signor Pilato, di richiesta di scuse e ammissione dell’errore.

La fotosequenza del gol non convalidato (di Umberto Fontana)

LA LETTERA - "Confido che lo stesso annoti sul referto di gara il suo errore atteso che il Commissario presente in tribuna avrà certamente segnalato la mancata concessione della rete valida per il Faenza Calcio essendo la palla fuoriuscita dalla porta di gioco per un buco nel fondo della rete e non passata a lato del palo come poi sostenuto, pur dopo avere indicato il centro campo - afferma Missiroli -. Rappresento il Faenza Calcio oramai da sei anni, sono certo in assoluto della buona fede dei ragazzi che arbitrano tante volte in condizioni emotive difficili, e certo non cambierò idea per un episodio sfortunato che pur danneggia la mia squadra. Pretendere però le scuse da chi ha sbagliato con ammissione dell’errore fatto, penso sia prima di tutto un atto di giustizia sportiva e di civiltà che consentirebbe a chi scrive di ritenersi ancora partecipe a pieno titolo di un consesso di persone oneste che hanno nei valori dello sport il loro unico comune denominatore".
 

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