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Rugby, chi l'ha detto che è uno sport da maschiacci? Nasce l'Under 14 femminile

L’incontro è stato anche l’occasione per ricordare affettuosamente Rebecca Braglia, la giovane rugbista dell’Amatori Parma recentemente deceduta

Grazie alla collaborazione tra il Ravenna Rugby F.C e l'istituto comprensivo statale San Biagio, nel corso degli ultimi quattro anni in città si è sviluppata una bella realtà sportiva al femminile. Insieme, il club e la scuola, il presidente Mario Battaglia e la preside Carla Solaini, hanno dato vita ad un progetto di tutoraggio di squadre scolastiche di rugby presso le scuole primarie Torre e Camerani. Il progetto è gratuito per le famiglie e a costo zero per l'Istituto. I gruppi di bambini sono misti.

Negli anni si è costituito uno staff coeso, preparato e che rappresenta tutte le realtà e categorie di giocatori del club: dalla prima squadra, la Senior, rappresentata dal capitano Bruno Xella (che al campo allena appunto la Under 12 ed è responsabile del settore minirugby) e dal mediano di apertura Matteo Cersosimo, alla Femminile Le Muse con il capitano Francesca Ciacci e le compagne Rosaria Cuccorese, Giulia Napoletano, Laura Casadio, Claudia Tartarello, al "decano" degli Old-Passatelli Roberto Incerti. Le squadre della scuola partecipano, con una propria divisa, a tutti i raggruppamenti ed ai tornei del circuito federale, insieme ai pari età del club. Ad oggi non risulta che ci sia un altro simile tipo di collaborazione così coesa e proficua sul territorio, anche oltre la regione.

Proprio grazie all'attività di sensibilizzazione e anche con il supporto della componente docente sono arrivate al campo varie bambine e ragazze, appassionandosi fin dal primo momento a questo sport, facendo gruppo tra di loro e con i compagni maschi, migliorando nel carattere e nella percezione di sé e degli altri. Di queste, ben quattro sono giunte al momento del passaggio dal progetto scolastico all'entrata ufficiale nel club, come per i compagni maschi. Non è un numero da poco: è il più alto di tutte le squadre del territorio romagnolo ed è fortemente significativo che le ragazze siano arrivate proprio dalla realtà scolastica, dove è stato svolto un intenso lavoro di diffusione della cultura rugbistica a 360 gradi nel corso del quadriennio, che ha contribuito a sfatare preoccupazioni e ansie dei genitori su questo bellissimo e fortemente educativo sport.

Purtroppo, a oggi, una Under 14 femminile non esiste, in nessuna società della franchigia; per questo, da parte del club tutor è stata posta molta attenzione e data massima disponibilità a porre in atto modalità di supporto tecnico, logistico, organizzativo per comporre intanto una squadra di territorio insieme con le pari età degli altri club, con l'idea di partecipare ai circuiti sul modello della Coppa Italia femminile o del Seven. Il progetto ha già avuto l'interesse di altri club ed ha il supporto ed il sostegno del Romagna RfC, che come franchigia ha sempre guardato con attenzione il percorso degli enti scolastici, oltre che del Crer-Fir.

L’allenatore della Nazionale femminile di rugby Andrea Di Giandomenico si è complimentato per questo progetto che, coinvolgendo ragazze così giovani, ha il grande pregio di guardare lontano. L’assessore allo sport Roberto Fagnani ha sottolineato la serietà e la passione, ingredienti indispensabili per la riuscita di iniziative come questa, di tutte le persone coinvolte; e il fatto che le ragazze, al di là di quello che sarà il loro futuro agonistico, stanno facendo qualcosa che sarà molto importante per la loro crescita personale. L’incontro è stato anche l’occasione per ricordare affettuosamente Rebecca Braglia, la giovane rugbista dell’Amatori Parma recentemente deceduta, e insieme a lei la sua famiglia.

L'idea di ragazze che giocano a rugby fa ancora fatica a liberarsi del preconcetto di sport da maschiacci e non adatto alle bambine e alle ragazze. Invece, e questo il Ravenna Rugby F.C e l'Istituto Comprensivo Statale San Biagio lo hanno visto ogni volta che una bambina Under 8 correva in campo con una palla ovale tra le braccia, non vi è nulla di più sbagliato: si può essere femminili e rugbiste allo stesso tempo, acquisendo piuttosto sicurezza e capacità di leggere la realtà in modo personale e originale, e di sapersi rapportare più adeguatamente ad essa. Sopportare la fatica, vincere i timori e la paura del placcaggio, ad esempio, o i rigori dell'inverno sui campi, ghiacciati o fangosi che siano, stimola capacità di resilienza, di tenuta, di spirito di squadra e pensiero divergente che sono un'ottima base di sviluppo per le giovani donne moderne che il club e la scuola vogliono crescere. Lo sport deve divertire, far maturare e crescere e il rugby può assolvere appieno questo ruolo anche in chiave femminile.

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