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Operazione antidroga 'Robbed cheese': 50 poliziotti in campo per perquisire case e negozi - VIDEO

Smantellata una rete di spaccio di droga posta in essere da un sodalizio costituito da persone attive nella provincia di Ravenna

Undici persone - di cui 7 italiane, 3 albanesi e una marocchina - sono state raggiunte all'alba di martedì da misure cautelari (otto in carcere, due con obbligo di dimora e una con obbligo di firma) emesse dal Gip del Tribunale di Ravenna Janos Bartolotti, su richiesta del pm Lucrezia Ciriello, nell'ambito di un'operazione antidroga eseguita dalla Polizia sul territorio ravennate. A carico delle 11 persone sono stati raccolti gravi elementi di responsabilità penale in ordine al traffico e spaccio di droga in provincia. Nel contesto dell’operazione "Robbed cheese", che ha visto il coinvolgimento di 50 uomini della Polizia di Stato, si è dato corso inoltre a perquisizioni presso abitazioni e attività commerciali delle persone destinatarie del provvedimento cautelare.

Il tutto è partito da una complessa attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Ravenna e condotta dalla Squadra Mobile da settembre 2018 a maggio 2019. Nella mattinata di martedì gli agenti della Questura di Ravenna, coadiuvati da equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine Emilia Romagna Orientale e dalle unità cinofile antidroga, hanno eseguito le 11 misure restrittive nel territorio provinciale, concludendo un filone investigativo ravennate che ha smantellato una capillare rete di spaccio di droga posta in essere da un articolato sodalizio costituito da persone attive nella provincia di Ravenna.

Le persone sottoposte a cautela in regime carcerario sono state condotte ai carceri di Ravenna e Forlì a disposizione dell’Autorità giudiziaria: si tratta di tre 35enni, due albanesi e un lughese; un 39enne lughese, un 43enne marocchino, un 49enne tarantino, un 55enne cervese e un 28enne albanese. Nei confronti di un altro degli indagati, un 36enne lughese, il Gip ha disposto la misura dell’obbligo di dimora, mentre per ultimi due indagati, un 28enne ucraino e una ferrarese 53enne, è stata applicata la misura dell’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.

L’attività di Polizia Giudiziaria ha consentito di acquisire utili elementi per il proseguo delle indagini, oltre che al sequestro di 25 grammi di cocaina, 2 flaconi di ecstasy, 70 grammi di marijuana e la somma di 11.000 euro, ritenuta provento dell’attività illecita e destinata alla confisca. Le indagini, nelle fasi operative, avevano già condotto complessivamente alla denuncia all’Autorità giudiziaria di 16 persone, di cui 11 arrestati in flagranza di reato, ritenute coinvolte nel traffico di stupefacenti, al sequestro complessivo di ingenti quantitativi di droga, in specie otto chili di cocaina e 15 di marijuana, oltre a una pistola con relativo munizionamento, alla somma di 130.000 euro in contanti e a un’auto ai fini di confisca.

L'inizio dell'operazione nel 2018

A settembre 2018 gli investigatori della Polizia di Stato, Sezione Antidroga-Squadra Mobile della Questura di Ravenna, in due distinte operazioni hanno arrestato prima due cittadini italiani e un albanese, colti in possesso di circa 250 grammi di cocaina, e qualche giorno dopo una coppia di coniugi italiani che stavano trasportando un etto della stessa sostanza. Gli approfondimenti svolti hanno rivelato elementi convergenti su alcuni individui di etnia albanese che apparivano rivestire la figura apicale del riscontrato traffico di droga. E' iniziata pertanto un’articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Ravenna e, grazie a costanti servizi di osservazione, pedinamenti e attività tecniche di intercettazione si è riusciti a identificare ulteriori complici italiani che, a loro volta, apparivano gestire un personale "parco clienti".

Lo svilupparsi delle indagini

Poi, l'11 maggio 2019, l'arresto di due cittadini italiani residenti in Austria, i quali trasportavano circa mezzo chilo di cocaina destinata al mercato austriaco. I due erano stati individuati al termine di una serie di passaggi della droga, preordinati e realizzati dal gruppo criminale. Lo stupefacente, poi sequestrato, era stato rinvenuto da personale della locale Polfer all’interno dello pneumatico della ruota di scorta della vettura con targa austriaca.

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Pochi giorni dopo, il 21 maggio, l’analisi delle comunicazioni intercettate con microspie all’interno dei veicoli in uso agli indagati ha permesso di individuare e isolare rumori riconducibili all’apertura di vani nascosti, realizzati per il trasporto della droga, così come acclarato in pregresse esperienze investigative. Ancor più, all’interno dell’auto del soggetto albanese al vertice del sodalizio si registrava il rumore prodotto dal verosimile roteare del tamburo di un’arma da fuoco, evidentemente detenuta illecitamente. Tali importanti elementi hanno indotto gli investigatori a procedere al controllo della macchina e degli occupanti, che ha portato al sequestro di oltre 6 kg di cocaina, 15 di marijuana, 135.000 euro e un’arma, con l'arresto di due cittadini albanesi a bordo di una Giulietta nella quale era stato approntato un vano all’interno del cruscotto dove erano stati rinvenuti oltre 6 kg di cocaina e 105.000 euro in contanti. Insieme alla droga, i criminali erano in possesso di un revolver illegalmente detenuto con relativo munizionamento. In una abitazione di Bagnacavallo, riconducibile agli arrestati, erano stati sequestrati circa 15 kg di marijuana e ulteriori 30.000 euro in contanti, materiale per il confezionamento dello stupefacente e dispositivi elettronici per la bonifica e rilevamento di microspie.

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Tre giorni dopo, il 24 maggio, era stato individuato, in un boschetto ubicato nelle campagne di Mezzano, il luogo di occultamento di una confezione da 580 grammi di cocaina, sotterrata a opera dei due principali collaboratori italiani dei malviventi albanesi. Successivamente al sequestro, gli stessi si erano recati a più riprese sul posto per cercare di ritrovare la droga del valore di circa 20.000 euro, naturalmente senza esito.

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