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Lunedì, 29 Aprile 2024
Romagna terra di grandi personaggi

Romagna terra di grandi personaggi

A cura di Lorenzo Matteucci

Tito Balestra, poliedrico cultore dell’arte e raffinato scrittore

Cosa disse di lui Renato Guttuso: "Era un uomo colto e segreto, un amico sicuro, sul quale si poteva contare, disinteressato e senza compromessi"

Tra le figure più originali - anche se poco note - del panorama culturale del Novecento romagnolo troviamo senza dubbio quella di Tito Balestra. Nato cento anni fa (era il 25 luglio 1923) in quel di Longiano, si formò tra Venezia e Urbino, per poi trasferirsi a Roma in seguito alla Seconda Guerra Mondiale. Nella capitale coltivò rapporti di amicizia con diversi intellettuali di rilievo del dopoguerra: su tutti, basti ricordare Pier Paolo Pasolini e Renato Guttuso.

Ecco come lo stesso Guttuso descriveva Balestra: “Si incontrava Tito, alla sera, alla “Vetrina” di Chiurazzi. La testa piegata all'indietro, le palpebre pesanti, il mozzicone di sigaro, e il suo silenzio nelle conversazioni. Parlava di rado ma sempre in modo conclusivo. Come un prestigiatore faceva di tanto in tanto apparire dalle pieghe dei suoi vestiti una stampa di Goya o di Daumier, o un epigramma. Era un uomo colto e segreto, un amico sicuro, sul quale si poteva contare, disinteressato e senza compromessi”.

Raffinato scrittore, Balestra realizzò poesie ed epigrammi di stampo satirico, raccolti in pubblicazioni quali Quiproquo, Se hai una montagna di neve tienila all’ombra (peraltro di recente edite nuovamente in occasione del centenario della nascita dell’autore) e Oggetto: la via Emilia.  Da intellettuale a tutto tondo quale era, Balestra era anche un grande appassionato di arte: le 1903 opere da lui raccolte nel corso di tutta una vita fanno oggi parte della collezione che ne porta il nome e che viene conservata alla Galleria di arte moderna e contemporanea di Longiano. 

Profondo conoscitore della natia Romagna, che definì “ristretto spazio di terra rigogliosa e feconda”, ebbe modo di parlarne in uno scritto giovanile. E quale modo migliore di omaggiare la nostra regione, se non lasciando la parola ad uno dei suoi cantori? “Il paesaggio romagnolo è vario, ma pur sempre romagnolo. Alla sana bellezza dei colli, fa contrasto il livido dei monti e l’arsiccio del piano: la nostra terra è però una dappertutto; forse sarà perché salendo sulle vette più alte l’abbracciamo tutta con un solo sguardo, forse perché l’idioma è uno ed inconfondibile anche se mille sono gli accenti, forse perché la gente è ovunque forte, sincera, onesta, generosa”... Una vera dichiarazione d’amore nei confronti della Romagna!

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