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Cronaca

Attività agroindustriali contestate: attivisti del Madagascar contro l'azienda ravennate

Un gruppo di attivisti e una ong belga presentano una istanza per contrastare la presunta pratica di "land grabbing" che l'azienda avrebbe avviato nel Paese africano ai danni delle comunità locali

Salvaguardare i diritti umani e l'ambiente contrastando il "land grabbing", l'accaparramento di terre: questo l'obiettivo di un'istanza presentata da attivisti comunitari del Madagascar insieme con l'ong ActionAid che chiamano in causa la multinazionale italiana Tozzi Green, di base a Ravenna. Del procedimento, si è riferito nel corso di una conferenza stampa online. All'incontro hanno partecipato i rappresentanti dell'istanza malgasci e italiani, sostenuti dalla ong belga Entraide et Fraternité. Secondo l'avvocato Luca Saltalamacchia, intervenuto alla conferenza, alla base dell'azione c'è l'accusa che "la pratica del 'land grabbing' costituisce una violazione delle linee guida per i diritti fondamentali delle comunità locali".

L'istanza è stata presentata presso il punto di contatto italiano dell'Ocse, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. La condotta contestata a Tozzi Green e a una sua filiale locale riguarda la coltivazione di un terreno di 11mila ettari nella regione di Ihorombe, nel centro-sud del Madagascar. Nell'area, è stato sottolineato durante la conferenza, "sono prodotte monocolture di mais per gli allevamenti e trasformate le piantagioni di geranio in oli essenziali venduti per l'esportazione".

Attività agroindustriali, queste, che sono "fortemente contestate" dalle comunità locali. I promotori dell'incontro hanno sottolineato che "il punto di contatto all'Ocse ha il compito di mediare tra l'azienda italiana e le organizzazioni che hanno presentato l'istanza per trovare un accordo in modo da salvaguardare i diritti umani e l'ambiente, secondo quanto stabilito dalle Linee guida volontarie dell'Ocse".

Il coinvolgimento di Entraide et Fraternité si lega anche al fatto che nel 2020 Tozzi Green avrebbe ricevuto un prestito di 3,5 milioni di euro dal governo belga attraverso la sua banca di investimenti Bio, un istituto che dovrebbe sostenere lo sviluppo locale, la sicurezza alimentare e il rispetto dei diritti umani e ambientali. Saltalamacchia, al contrario, ha denunciato che al momento "in Madagascar l'insicurezza alimentare si sta aggravando con la complicità di dirigenti malgasci e che l'attività della monocoltura su grande scala sta violando i diritti delle comunità". (fonte Dire)

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