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Cronaca Faenza

Gli studenti la incoraggiano a scrivere un libro: ecco come è nato il 'Blu Berlino' di Michela Soglia

Il romanzo è un concentrato di storia, di studi e di inventiva letteraria e racconta i fatti accaduti tra il 1939 e il 1945. L'autrice aveva lavorato a contatto con gli studenti che l'hanno incoraggiata a mettere nero su bianco gli studi e le ricerche svolte

Un romanzo per non dimenticare le bestialità della shoah, ma anche per ricordare il più buio periodo europeo attraverso la memoria di chi ebbe la possibilità di testimoniarlo. E’ un concentrato di storia, di studi e di inventiva letteraria il romanzo d’esordio della scrittrice faentina ed ex insegnante Michela Soglia. Blu Berlino, questo il titolo dell’opera edita nel 2023 da Argento Vivo Edizioni, racconta i fatti accaduti tra il 1939 e il 1945 attraverso la testimonianza di una donna ebrea settantaduenne, la quale decide di tramandare alla nipote e ad un’amica, nella Francia degli anni ’90, il proprio percorso di vita e le proprie memorie. Esattamente come l’autrice del libro ha fatto mettendo nero su bianco i propri studi e la propria creatività per quanto concerne la trama, incentivata dall’esperienza a contatto con gli studenti. 

“Lo studio e le ricerche sulla shoah costituiscono una passione che mi accompagna da anni - spiega l’autrice -. Il romanzo l’ho scritto in un anno e mezzo ma dopo vari anni di ricerca, visto che anche la mia tesi di laurea trattava il tema. Io sono un'ex insegnante e per alcuni anni ho svolto il ruolo di tutor per studenti in difficoltà nonchè di educatrice per ragazzi dai cinque ai 18 anni. Sono stati loro, ascoltando le storie che raccontavo, ad incoraggiarmi a scrivere un libro”. 

Il romanzo quindi non è solo frutto di inventiva: la trama infatti concilia anche verità storiche inconfutabili. “I personaggi sono sì frutto dell’immaginazione - prosegue Soglia -, gli eventi raccontati invece sono ispirati a fatti realmente accaduti. Per esempio ci sono rimandi a Nizza e alle persone riconosciute giuste tra le nazioni, poi la spersonalizzazione dei bimbi che hanno cambiato identità e la creazione di documenti falsi, che furono nascosti nei libri sacri all’interno delle diocesi, nonchè la rete che si creò per farli ricongiungere con i parenti rimasti in vita”.

Il libro offre interessanti spunti storici, allo scopo di “mantenere viva la memoria - conclude Michela -. Si rivolge a un target studentesco ma anche ai più adulti, perchè il romanzo insegna che certe cose non devono essere dimenticate per far sì che non si ricada più nell’indifferenza, una caratteristica che accomuna non solo quell’olocausto, ma tutti quelli che nel mondo si sono verificati”.

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