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Cronaca

Centri estivi, 1600 bambini e una grande 'palestra' di amicizia

I Cre, riconosciuti come una delle offerte di spicco dei servizi destinati ai minori dal Comune di Ravenna, hanno annoverato la partecipazione di 1.595 ragazzini, suddivisi in cinque “campi”

Gran fermento e attività nei centri estivi del Comune, che accolgono i bambini e le bambine dai 6 agli 11 anni fino al 26 agosto. I Cre, riconosciuti come una delle offerte di spicco dei servizi destinati ai minori dal Comune di Ravenna, hanno annoverato la partecipazione di 1.595 ragazzini, suddivisi in cinque “campi” - 45 i turni complessivi - in altrettante aree del territorio afferenti agli uffici decentrati comunali: tre in città, uno al mare, uno a Sant'Alberto.

L'assessorato al Decentramento, coordinando il servizio estivo, si è avvalso per la gestione della cooperativa Progetto Crescita.
Giochi all'aperto, uscite in spiaggia, appuntamenti in piscina, attività creative e laboratoriali scandiscono i turni settimanali offrendo un ventaglio di possibilità di svago in un ambiente protetto. Il Comune, per supportare le famiglie, ha destinato un contributo economico teso a contenere la retta prevista per ogni bambino.

Il filo conduttore delle esperienze del Cre 2011 si è giocato sulle attività sportive, tanto che il consueto spettacolo finale animato da tutti i ragazzi e le ragazze che hanno frequentato i Cre, il 25 agosto fin dal pomeriggio, si svolgerà al campo scuola di via Falconieri.

L'assessore al Decentramento Valentina Morigi così commenta questa palestra di amicizia e convivenza: “In questo periodo di crisi e di tagli indiscriminati al sociale e alle famiglie a livello statale, i Centri estivi ricreativi del Comune di Ravenna rappresentano una risposta fattiva e concreta alle famiglie, sia come proposta di servizio estivo per i ragazzi e le ragazze sia per la partecipazione economica che il nostro ente ha destinato a questo progetto. Il Cre è un momento di socialità, e consente ai più giovani di vivere una bella esperienza, di sperimentare la pluralità e l’accoglienza, di conoscere il territorio, di passare quindi dal vivere al singolare al generoso plurale. Ravenna conferma ancora una volta la sua tradizione di cooperazione e accoglienza partendo dai suoi cittadini e cittadine in erba”.
 

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