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Cronaca

"Cittadinanza onoraria ai bimbi stranieri nati in Italia"

“Il 18 ottobre scorso – ricorda il Comitato - si è svolto in Provincia l’incontro con l’assessore Rivola. Un incontro importante e utile, a cui hanno partecipato anche rappresentanti di Associazioni di immigrati"

Il comitato “Rompere il silenzio” chiede alla Provincia di attribuire la cittadinanza onoraria ai bambini nati in Italia da genitori stranieri. “Il 18 ottobre scorso – ricorda il Comitato - si è svolto in Provincia l’incontro con l’assessore Rivola. Un incontro importante e utile, a cui hanno partecipato anche rappresentanti di Associazioni di immigrati che, comprensibilmente, sottolineano come la loro vera urgenza sia l’approvazione, a livello nazionale, di una legge che riconosca come diritto effettivo la cittadinanza a chi nasce in Italia, come da tempo accade in numerosi nazioni in Europa”.

Nel corso dell’incontro i rappresentanti del Comitato “Rompere il silenzio” hanno sottolineato che, in più di una occasione, “lo sbocco legislativo non è maturato in modo lineare e spontaneo. La spinta dal basso, la crescita di una opinione pubblica informata, un lavoro culturale continuo e capillare, la collaborazione fra associazioni, comitati movimenti di opinione e pubbliche istituzioni, sono stati in molti casi il lievito necessario per approdare a legislazioni nazionali più avanzate nell’ambito dei diritti umani”.

“Per questa ragione, anche in considerazione di informazioni che ci confermano della scelta di altre città di attribuire la cittadinanza onoraria ai bambini nati in Italia da genitori stranieri, abbiamo rinnovato la richiesta alla Provincia di procedere ad una azione di sollecitazione presso i 18 comuni del suo territorio, affinché si procedesse in tal senso”, continua il Comitato.

“Solo la crescita di una consapevolezza capillare e diffusa può favorire il passaggio dal simbolico al concreto, dall’auspicio alla piena condivisione della cittadinanza legale – evidenziano dal Comitato -. Abbiamo inoltre assicurato la nostra massima collaborazione per qualsiasi evento o eventi diffusi nel territorio, che valorizzino presso l'opinione pubblica quella che consideriamo sia una efficace scelta di accoglienza “civile”, che può contribuire a prevenire la percezione di marginalità sociale e a costruire la cultura della positiva convivenza”.

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