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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Faenza

Comitati degli alluvionati esasperati: "Per i rimborsi continue richieste di documenti"

L'allarme lanciato dai comitati faentini: "Stanno vessando i cittadini chiedendo loro di produrre una mole di documentazione di difficile reperimento, non indicata in ordinanza e di non chiara individuazione". E la critica al Governo: "Sarà una ricostruzione a costo zero per lo Stato"

Richieste continue di documenti difficili da reperire e non indicati nelle ordinanze che gettano i cittadini colpiti dall'alluvione nello sconforto più completo. L'allarme, che riguarda i rimborsi, arriva da 5 comitati che riuniscono gli alluvionati di Faenza (Bassa Italia, Borgo 2, Borgotto e Via della Valle, Marzeno e Orto Bertoni) che dopo vari incontri con la Struttura Commissariale decidono di 'sfogarsi' attraverso una lettera aperta. "Ogni volta la Struttura Commissariale ha introdotto l’incontro chiedendo ai cittadini di presentare le domande di ristoro sulla piattaforma Sfinge, dichiarando che le risorse economiche erano nella disponibilità della struttura e che questa era pronta ad erogare i ristori". E il quesito che i comitati si sono sentiti porre sempre è: "Perché non presentate la domanda di ristoro?".

La risposta dei comitati è la seguente: "Anche superando le difficoltà di compilazione della domanda, i soggetti preposti alla fase istruttoria della domanda stanno vessando i cittadini chiedendo loro di produrre una mole di documentazione che, a turno, si presenta: di difficile reperimento, non indicata in ordinanza, di non chiara individuazione". I comitati faentini indicano anche una serie di esempi. Tra le richieste poste c'erano quelle "di attivare procedure proprie di un cantiere edile anche nella casa in cui si abita dove devono essere effettuati, in tempi diversi, interventi propri dell’edilizia libera; di verificare l’iscrizione delle imprese esecutrici dei lavori nella cosiddetta White list, poi considerata non necessaria se non negli specifici casi già previsti dalla legge. Risposta ottenuta attraverso una FAQ, senza modifiche all’ordinanza; di stipulare contratti per iscritto con le imprese esecutrici dei lavori, non ritenendosi sufficiente la fattura e il pagamento della stessa (a voce ci è stato detto che poteva bastare l’accettazione di un preventivo)".

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E ancora si sono aggiunte le richieste "di comprovare i pagamenti attraverso un documento contabile specifico emesso dalla Banca; di caricare su chiavetta USB i file delle fatture pagate in formato .xml con osservazioni, complessità e problemi ad oggi non chiariti; di periziare i beni mobili, non oggetto di ristoro, senza capire come periziarli". A questo si somma "la richiesta di produrre idonea documentazione attestante la situazione precedente e successiva all’evento, come se di fronte ai 5/6 metri d’acqua i cittadini fossero stati tanto scaltri, preveggenti e malfidati da mettersi a fotografare la casa che velocemente stavano abbandonando con paura e con angoscia, perché si stava riempiendo d’acqua; o come se, immediatamente al loro ritorno nella propria abitazione devastata, la loro principale preoccupazione, prima di iniziare a spalare fango e acqua, avesse dovuto essere quella di fotografare ciò che di essa era rimasto impastato dal fango e distrutto dalla furia dell’acqua".

"Spesso le richieste ci sono arrivate da Invitalia, soggetto che gestisce la seconda fase dell’istruttoria sulle domande di ristoro, frequentemente contraddetta a voce dalla struttura commissariale, che cercava di mediare nelle richieste per semplificare la vita a noi cittadini - raccontano i comitati faentini - Nessuna modifica è stata apportata alle ordinanze 11 e 14 in termini di semplificazione o risposta alle problematiche sollevate". Pur ringraziando la struttura commissariale per l'impegno i comitati evidenziano "che a dieci mesi dal disastro non un euro è arrivato nelle tasche dei cittadini ed anche a breve non ne arriverà, visto che la stessa Struttura ha dichiarato che praticamente nessuna pratica è ancora arrivata a compimento in modo positivo. Intuimmo fin dall’inizio che per noi non sarebbe stato facile ottenere indennizzi. Una Regione di sinistra e un governo di destra dovevano mettersi d’accordo, ma poi ci fu la dichiarazione del Capo di Governo: saranno rimborsati del 100%. Capimmo ben presto che sarebbe stato il 100% sì, ma dei danni riconosciuti da loro e non di quelli subìti da noi".

E ricordando la battuta del ministro Musumeci "il Governo non è un bancomat", gli alluvionati concludono con amarezza: "Siamo un ricco bancomat per il governo, cui a breve arriveranno le nostre tasse con le denunce dei redditi che presto dovremo presentare. A fronte di una catastrofe epocale, che ha colpito un territorio che ha sempre contribuito in modo significativo alla crescita, anche economica, del Paese, si sta verificando quel paradosso che uno di noi, cittadino alluvionato, ha così efficacemente sintetizzato: di questo passo sarà la ricostruzione privata post catastrofe meno cara nella storia repubblicana, avvenuta con zero euro da parte del Governo".

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