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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Daini, Ancisi interroga: "Il sindaco spieghi perchè non si è agito con recinzioni e dissuasori"

Alvaro Ancisi ha poi sottoscritto la petizione formulata dalla rete delle associazioni per salvare i daini

Secondo il consigliere comunale Alvaro Ancisi la situazione sul tema del proliferare dei daini non è certo migliorata, se mai peggiorata. Per questo sarà presentata un’interrogazione al sindaco: “Siamo al punto zero o quasi – scrive Ancisi -. Ciò giustifica che si chieda al sindaco di Ravenna se intende assumere ogni utile iniziativa affinché, tramite un accordo che coinvolga gli altri enti pubblici interessati, sia predisposto e quindi realizzato un progetto di esecuzione, intorno alla Pineta di Classe sovrappopolata di daini, delle direttive del Piano faunistico regionale volte ad evitare il passaggio in strada degli ungulati, allo stesso tempo allertando gli automobilisti dell’eventuale pericolo, e se mai a recintare le aree agricole a dimostrato maggior rischio di incursione”.

Ancisi ha poi sottoscritto la petizione formulata dalla rete delle associazioni per salvare i daini, che è possibile sottoscrivere presso il ristorante Amaranto in via Mura di San Vitale 10, il forno pasticceria Antico Porto in via Romea sud 51, il negozio La Birba in via Meucci 5 e l’enoteca Baldovino in via Tombesi dall’Ova 9 a Ravenna.
“Si è infatti appreso della pubblicazione da parte dell’Ente Parco Delta Po, presieduto dai nostri governanti locali, di una ricerca pubblica di mercato per l’affidamento in concessione delle attività di cattura e delocalizzazione degli esemplari di daino presenti nel territorio del Parco nelle Pinete di Classe e di Volano – scrive -. Da parte della Regione è stata più volte garantita l’intenzione di non operare in forme cruente quella che sarà una vera e propria eradicazione, bensì agendo, come da titolo del bando, per la delocalizzazione degli animali. Non può che destare apprensione, dunque, leggere sul bando stesso che il valore attribuito alla concessione (per la quale il concessionario dovrà proporre lui stesso l’ammontare del canone) è stato commisurato in 83.700 euro oltre all’Iva (a decorrere dall’anno 2023) derivante dalla stima degli introiti dell’attività”.

Leggiamo che questa stima è stata così effettuata: “Il numero ipotetico di esemplari da prelevare è pari a circa 1.150; il valore della carne di daino, in Italia, varia tra 4,00 €/Kg per i maschi e 4,30 €/Kg per le femmine e i giovani dell’anno; il peso medio utile degli esemplari, tolte la pelle, la testa e la parte bassa delle zampe, è di circa 25 Kg per i maschi e 20 Kg per le femmine e i giovani dell’anno; il valore complessivo dei capi presenti, quindi, è di poco superiore ai 100.000,00 euro; ragionevolmente, non sarà possibile catturare più di 300 esemplari all’anno nei tre anni di concessione, per complessivi 900 capi ed un valore, quindi, di circa 83.700,00 euro, ossia 27.900,00 euro/anno. Non si trova nel bando alcuna spiegazione del perché un’attività che si dichiara incruenta sia poi valutata in base al prezzo della carne macellata degli esemplari “eradicati”. Né, d’altra parte, è mai stata data alcuna spiegazione circa la perdurante assenza di recinzioni, dissuasori e simili al fine di evitare l’interazione tra gli animali delle pinete e le strade e le colture adiacenti. È rimasta infatti a zero l’interrogazione al sindaco di Ravenna, presentata il 31 maggio 2022”, conclude Ancisi.
 

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