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Cronaca Alfonsine

Una discarica di rifiuti a cielo aperto: "È così da un anno e non fa altro che aumentare"

A distanza di un anno dallo "scaricamento" dei primi rifiuti, quella discarica a cielo aperto è ancora lì

A distanza di un anno dallo "scaricamento" dei primi rifiuti, quella discarica a cielo aperto è ancora lì. Stiamo parlando della discarica sorta in via Cuorbalestro a Taglio Corelli, a poca distanza dal fiume Reno, che da mesi non ha fatto altro che aumentare di volume. A segnalare il caso è J.C, cittadino ravennate che è solito frequentare la zona.

"La situazione è solo che peggiorata - spiega l'uomo - Tra l'altro stiamo parlando di una zona "Zps', ovvero zona di protezione delle rotte di migrazione dell'avifauna. Al suo interno si trova di tutto: rifiuti domestici, taniche e serbatoi per materiali oleosi, una vasca di contenimento acqua in eternit, passeggini, pneumatici di vario tipo, oggetti di latta, componenti di automobili e tanto altro".

Discarica a cielo aperto a Taglio Corelli

Già diverse persone - tra cui cacciatori della zona, pescatori, appassionati di mountain bike e ambientalisti - si sono lamentati della mancata rimozione dei materiali rinvenuti. "Però è passato più di un anno e la situazione non è cambiata, anzi. Sono state fatte diverse denunce e segnalazioni al Comune di Alfonsine a partire da dicembre 2022 per poter rendere noto l’accaduto. Con la speranza che qualcosa venga fatto, abbiamo deciso di segnalare la questione a RavennaToday".

E in effetti qualcosa è stato fatto spiega il cittadino, che dopo mesi, trovandosi nuovamente nei pressi della discarica, ha documentato gli sviluppi: "Le cataste sono aumentate in maniera esponenziale. Alla vista lo scenario è quello di un rogo, un cimitero di rifiuti. Nonostante le continue denunce questo fenomeno non è diminuito, anzi, sembra essersi intensificato. Le stesse aree interessate hanno subito danni significativi per la vegetazione. Tra l’altro, essendo una delle zone selezionate per far defluire i corsi d’acqua post alluvione, il rischio è quello che i rifiuti possano aver contaminato le acque creando un danno all’agricoltura, per non parlare delle falde acquifere".

Secondo il segnalante "serve un obiettivo di recupero delle aree demaniali abbandonate. Un anno fa mi ero anche proposto di contribuire meccanicamente con il recupero dei rifiuti, ma niente è stato fatto a causa della burocrazia che non permette, senza le apposite autorizzazioni, lo smaltimento di rifiuti in autonomia . Il rischio è quello di venire sanzionati proprio dagli stessi enti che dovrebbero salvaguardare l’ambiente. Intere aree di degrado trasformate in discariche a cielo aperto, un grave danno se consideriamo che le stesse aree possono essere utilizzare per fare sport, per passare una domenica in famiglia o semplicemente per fare una passeggiata con il cane. Siamo sicuri che questa raccolta porta a porta dei rifiuti funzioni veramente?".

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