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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Finti distacchi di manodopera dalla Romania: scoperta maxi evasione milionaria

L'indagine ha interessato una società del ravennate attiva nel settore del trasporto merci nazionale e internazionale

L’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Ravenna, assieme a militari della Guardia di Finanza, al personale di Vigilanza Inps e al personale della Polizia di Stato, ha concluso una complessa e articolata attività d’indagine che ha interessato una società del ravennate attiva nel settore del trasporto merci nazionale e internazionale i cui amministratori, attraverso un complicato “reticolo” societario, avevano costituito società in altri Paesi europei (Romania, Belgio e Slovacchia), con la finalità di sottrarsi agli adempimenti contributivi previsti dall’ordinamento italiano per avvantaggiarsi, in particolare, del regime previdenziale rumeno, ritenuto più favorevole, attraverso un uso illecito del distacco transnazionale.

L’accertamento, disposto e coordinato dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, ha riguardato la sede ravvenate della società di autotrasporti (quale impresa controllante) e, considerato il coinvolgimento della Romania, del Belgio e della Slovacchia (dove hanno sede le società controllate), ha visto la partecipazione anche di personale ispettivo della Direzione Centrale Tutela, vigilanza e sicurezza del lavoro e la presenza di osservatori dell’Autorità Europea del Lavoro.

Nello specifico, dai rilievi investigativi è emerso che tutte le attività aziendali di direzione, organizzazione e gestione del personale assunto dalle imprese rumene venivano programmate nella sede societaria di Ravenna, con notevole riduzione degli oneri contributivi. Dalle analitiche operazioni di verifica è stato infatti accertato che tutti i lavoratori in questione, un centinaio in totale, sebbene formalmente assunti dalla società estera, concordavano la paga, le ferie, i riposi e ogni altra modalità di svolgimento del lavoro direttamente con il management ravennate, tanto che il datore di lavoro rumeno era per loro un mero schermo giuridico, che conoscevano solo come intestazione delle loro buste paga.

Sotto il profilo tributario, pertanto, in esito all’attività di verifica fiscale compiuta dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ravenna sono stati ricondotti nel territorio italiano tutti i ricavi “fatturati” in Romania nel periodo dal 2016 al 2021, per volume di affari di oltre 50 milioni di euro e con recupero a tassazione di utili per oltre 3,5 milioni di euro.

I responsabili sono stati pertanto deferiti all’Autorità Giudiziaria competente e sono ora accusati di aver fatto parte di un’associazione a delinquere finalizzata alla truffa a danno dello Stato all’emissione di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti, nonché per omessa presentazione della dichiarazione dei redditi in relazione all’esterovestizione della società di diritto rumeno. Allo stesso modo è stata segnalata all’autorità giudiziaria la responsabilità amministrativa degli enti
coinvolti nella frode per i reati commessi dagli amministratori a loro vantaggio.

Rilevante anche il numero delle violazioni al Codice della strada accertate dalla Polizia Stradale. Le attività di polizia giudiziaria sono state condotte, in contemporanea, sia nella sede di Ravenna della società di trasporto che nelle sedi delocalizzate in Romania, Belgio e Slovacchia, tramite i rispettivi Ispettorati del lavoro. I successivi approfondimenti investigativi hanno consentito di ricostruire, analiticamente, uno schema caratterizzato da un uso promiscuo di lavoratori con la qualifica di autisti che, inizialmente assunti dalla società ravennate, venivano successivamente licenziati per essere riassunti da una delle imprese rumene controllate e, attraverso un simulato distacco estero, venivano poi impiegati dalla società di Ravenna, con la quale veniva concordata anche la retribuzione, con indebito abbattimento degli oneri contributivi. In alcuni casi è stato accertato che parte degli autisti licenziati veniva poi assunta da agenzie di somministrazione rumene, alcune delle quali con l’autorizzazione scaduta, e successivamente distaccata alla società ravennate.

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