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Cronaca Faenza

Le 'borse gentili' nate dall'idea della figlia di un malato oncologico

"Il mio desiderio è quello di infondere coraggio e dare dignità e colore a tutti quei pazienti costretti a convivere, per un certo periodo, con i drenaggi"

E' stato presentato lunedì mattina, presso l’Ospedale Pierantoni-Morgagni di Forlì, il nuovo progetto dell’Istituto Oncologico Romagnolo: un’idea nata grazie all’entusiasmo di una sua volontaria di Faenza, Michela Fabbri, in collaborazione con “Dress Again”, progetto di Farsi Prossimo odv che dà una seconda chance ai vestiti e un’opportunità di integrazione alle persone svantaggiate. L’obiettivo: donare una borsa porta-drenaggio, denominata “Be Kind Bag”, ad ogni degente ricoverato presso l’Unità Operativa di Chirurgia e Terapie Oncologiche Avanzate di Forlì che ne avrà necessità.

Un’idea nata proprio dall’esperienza personale di Michela, vissuta come figlia di un malato oncologico costretto a sottoporsi a intervento chirurgico, come ha spiegato lei stessa: "Il mio desiderio è quello di infondere coraggio e dare dignità e colore a tutti quei pazienti costretti a convivere, per un certo periodo, con i drenaggi. Ho vissuto personalmente l’effetto benefico di una semplice bag colorata, ricordo dei miei tanti viaggi, sullo stato d’animo di mio padre. Così ho deciso di offrire il mio aiuto al professor Ercolani e a una equipe che, con grande umanità, si è presa cura di un mio affetto nel momento del bisogno. Lavorare in squadra fa sempre la differenza. Mia madre ha dato forma alla mia idea e vita alle prime borse porta-drenaggio, realizzate a mano con scampoli di stoffe generosamente donati. Queste “borse gentili” colorate si prenderanno cura dei pazienti sottoposti a intervento chirurgico, trasmettendogli anche la forza di persone che avranno pensato a loro con amore, pur non conoscendoli, e ricordando loro come questa disavventura sia in realtà solo una fase passeggera. A me sta molto a cuore la dignità dei malati oncologici: è importante che sentano di non essere soli. Mi auguro che questo piccolo gesto possa motivarli ad avere coraggio e speranza e dare colore alla loro vita, in ogni senso".

"Quando ci è stata illustrata da Michela l’idea di ‘Be Kind Bag’ – ha spiegato Chiara Resta, responsabile di “Dress Again”, progetto nato dalla collaborazione con la Caritas diocesana di Faenza-Modigliana – l’abbiamo subito appoggiata con tutto l'entusiasmo che contraddistingue le nostre sarte e volontarie, di fronte a una nuova sfida che consente di dare sostegno a persone che sono in difficoltà. Poter lavorare per riportare dignità e un sorriso alle persone è il nostro obiettivo, poterlo fare in collaborazione con le altre associazioni è una grande gioia: perché uniti come ago e filo la trama del tessuto diventa sempre più forte per sostenere le difficoltà dell’altro. Ecco perché abbiamo sposato questa causa mettendo a disposizione di ‘Be Kind Bag’ le nostre macchine da cucire e il locale del nostro negozio, dove le volontarie di “Dress Again” si trovano una volta a settimana per confezionare le borse. Fino ad ora abbiamo proceduto con ciò che avevamo a disposizione, ma la raccolta fondi dello Ior ci consentirà di poter utilizzare nuovo materiale per realizzare ancora più borse".

"Ci tengo a ringraziare tutti i soggetti coinvolti in questa bella iniziativa – queste le parole di Giorgio Ercolani – in primis Michela Fabbri, per l’idea che ha avuto ma anche per la pazienza dimostrata nel corso delle settimane in cui abbiamo gestito la patologia di suo padre. In secondo luogo un grazie di cuore va a Istituto Oncologico Romagnolo e “Dress Again”: ho sempre visto le bags utilizzate per le donne operate in campo senologico, ma devo ammettere che ampliare il discorso delle borse porta-drenaggio anche per la chirurgia generale si dimostrerà un valore aggiunto per il nostro reparto. Ritengo fondamentale l’apporto delle organizzazioni no-profit per le strutture pubbliche: non sempre noi medici riusciamo a intercettare e comprendere tutte quelle che sono le esigenze dei pazienti, la collaborazione con il mondo del volontariato ci aiuta a gestire e coniugare nel migliore dei modi necessità cliniche e personali del malato. In questo primo anno il dott. Solaini ha portato avanti non solo un notevole lavoro dal punto di vista assistenziale: il contributo che ci ha offerto in termini di ricerca nelle applicazioni della robotica per quel che concerne il trattamento di patologie come i tumori del colon-retto si rivelerà molto preziosa. Ringrazio quindi, per terminare, tutti coloro che parteciperanno a questa raccolta fondi organizzata dallo Ior per permetterci di continuare ad indagare come l’impiego di queste nuove tecnologie possa migliorare outcome e qualità di vita dei nostri pazienti".

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