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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Conselice

Inceneritore a Conselice, Legambiente: "Ma l'obiettivo non era ridurre i rifiuti prodotti?"

"Stiamo approfondendo lo studio dell'impatto ambientale del ciclo produttivo che si vorrebbe realizzare a Conselice", dichiarano i circoli di Legambiente

ual è il futuro della Bassa Romagna? Se lo chiedono i circoli i Legambiente Matelda e Cederna, sulla base delle reazioni suscitate dalla notizia della prossima realizzazione a Conselice di un impianto di trattamento delle ceneri da inceneritori da 250.000 tonnellate annue, proprio mentre il nuovo piano regionale dei rifiuti punta invece l'attenzione sulla necessità di ridurre i rifiuti prodotti. “Stiamo approfondendo lo studio dell'impatto ambientale del ciclo produttivo che si vorrebbe realizzare a Conselice - dichiarano i circoli di Legambiente - ma ciò che salta agli occhi già in queste settimane è la notevole preoccupazione da parte di cittadinanza e categorie produttive sulle caratteristiche di questo impianto e sui possibili effetti per la salute e le produzioni agricole”.

"L'area della Bassa Romagna - ricordano da Legambiente - infatti negli ultimi anni è stata interessata da parecchi impianti che hanno destato viva preoccupazione nella popolazione: la discarica di Voltana, il deposito di stoccaggio di gas di San Potito, il progetto di un altro grande impianto ad Alfonsine, la centrale Unigrà sempre a Conselice, la grande centrale a legna da 30MW a Russi, solo per citare i casi più eclatanti; progetti spesso avviati senza una reale consultazione dei cittadini, messi al corrente solo “a giochi ormai fatti”".

“Di fronte alle legittime preoccupazioni dei cittadini - ha dichiarato Claudio Mattarozzi, presidente del Circolo Legambiente Matelda di Ravenna - non si può sempre dare la colpa alla sindrome di chi non vuole l'impianto nel proprio giardino. Dato che si tratta di produzioni che potrebbero aver serie ripercussioni sulla qualità della vita delle persone che vivono in questi territori, è giusto che la discussione sull'opportunità o meno di realizzare questi impianti sia fatta assieme a chi ne subirà gli effetti, soprattutto se in questi giardini si contano già parecchi impianti, con altri impianti, con altri ancora”.

"Da ultima in questi giorni è uscita anche la posizione degli agricoltori, preoccupati per il futuro delle produzioni agricole nei territori confinanti con il nuovo impianto, ma soprattutto Legambiente si interroga su quale sia il futuro pensato dai nostri amministratori per questo territorio - aggiunge Mattarozzi -. Se l'obiettivo è di una sostanziale riduzione dei rifiuti, sia con la raccolta differenziata e il riciclaggio, che soprattutto diminuendo la quantità di rifiuti prodotti, non si capisce a cosa dovrebbe servire un nuovo grande impianto di smaltimento delle ceneri, con il rischio anzi che l'impianto, una volta realizzato, rappresenti un ostacolo alle politiche di riduzione dei rifiuti, perché avrà sempre bisogno di ceneri per poter funzionare".

“Al di là dei piani, dei progetti per la green economy, l'impresa green, le città sostenibili - ha dichiarato Yuri Rambelli, Presidente del circolo Legambiente A. Cederna - cosa viene poi realmente messo in pratica? C'è una programmazione reale, un'idea di futuro per questi territori o si tratta di progetti che resteranno sulla carta? Altra carta da smaltire o incenerire? È ciò che chiediamo a chi si candida ad amministrare i Comuni di questo pezzo di territorio provinciale per i prossimi 5 anni”.

COLDIRETTI - Anche Coldiretti entra nel dibattito su Matrix in modo perentorio: “per anni abbiamo chiesto all’Amministrazione Comunale di Conselice – è il commento di Massimiliano Pederzoli, Presidente di Coldiretti Ravenna – di muoversi e di progettare il futuro secondo un modello di sviluppo territoriale coerente e sinergico con un’agroalimentare di qualità, ottenendo in cambio Matrix”.

In una lettera inviata il 21 febbraio alla Regione Emilia Romagna, alla Provincia di Ravenna, all’Unione dei Comuni ed al Comune di Conselice ha chiesto di “interrompere il percorso autorizzativo avviato” in quanto ritiene "che il progetto di impianto in oggetto non sia compatibile con le produzioni agroalimentari in atto nelle immediate vicinanze del sito individuato (produzioni da tempo ottenute con metodi rispettosi dell’ambiente (integrato e biologico)".

Inoltre l'associazione evidenzia che "il progetto proposto da Officina dell’Ambiente SpA metta a rischio attività economiche esistenti da tempo sul territorio in quanto numerosi capitolati di fornitura dei prodotti alimentari prevedono espressamente la risoluzione dei contratti qualora nei territori limitrofi a quelli di produzione vengano ad insediarsi impianti simili a quello in discussione". Infine ribadisce che "non siano state fornite da parte delle Istituzioni le necessarie informazioni ai cittadini e tutti i soggetti portatori di interessi; comprese le rappresentanze di impresa presenti nel territorio".

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