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Cronaca Conselice

Conselicese brevetta una molecola per rendere più umano il latte in polvere

L'importanza di questa molecola sta nelle proprietà di questo zucchero in grado di proteggere il neonato - e gli adulti - da diverse infezioni e dai processi infiammatori dell'intestino tipici dei primi mesi di vita

Nella corsa mondiale per umanizzare il latte in polvere per uso infantile è un conselicese a segnare un punto: Massimo Merighi ha brevettato negli Stati Uniti (USPTO) un processo in grado di produrre su scala industriale il principale zucchero non alimentare presente nel latte materno. L'importanza di questa molecola sta nelle proprietà di questo zucchero in grado di proteggere il neonato - e gli adulti - da diverse infezioni e dai processi infiammatori dell'intestino tipici dei primi mesi di vita.

La scoperta, ottenuta in collaborazione con altri due ricercatori, è stata sviluppata nei laboratori della Glycosyn, una delle centinaia di start up biotecnologiche sparse attorno a Boston, che - in 400 metri quadrati di laboratori ed uffici - impiega 5 scienziati e un'attività di ricerca e collaborazione con produttori ed aziende. Alle spalle del lavoro scientifico di Massimo Merighi un 110 e lode nella Facoltà di Agraria di Bologna, gli studi di Dottorato all'Ohio State University e successivamente alla Havard Medical School di Boston e l'incontro con la Glycosyn, la start up di stanza a Medford nel Massachusetts.

Dopo 18 anni trascorsi negli Stati Uniti con la compagna Serena Landini - ricercatrice presso il Dana Farber Institute - e il piccolo Luca di 6 anni, Massimo Merighi è un “senior scientist”, ingegnere metabolico microbico, e ora un inventore ufficiale presso l’United States Patent and Trade Office, con un primo brevetto che ne anticipa altri: tutti indirizzati alla produzione industriale di oligosaccaridi umani, attraverso tecnologie del Dna ricombinante. Per lui, come per gli altri due ricercatori della Glycosyn, questo risultato è una pietra miliare nella ricerca scientifica applicata, sia per il complesso e difficile iter imposto sui brevetti dalla legislazione americana, sia per il valore strategico di una scoperta che conta solo altri due brevetti in tutto il mondo.

Ormai cittadino americano, a 44 anni per Massimo Merighi si apre una vera e propria frontiera ricca di opportunità sia nel campo delle sue ricerche scientifiche, sia nella loro traduzione su scala industriale. Sullo sfondo la sua piccola casa nei dintorni di Boston, e un tempo libero consumato tra i giochi del figlio e gli studi di filosofia matematica e fisica.

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