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Cronaca Brisighella

Se ne andava due anni fa il cardinale Silvestrini: "Un diplomatico romagnolo al servizio della Santa Sede"

Il ricordo di Aldo Preda a due anni dalla morte: "Un prete che non ha mai dimenticato di essere prete, che ha gettato il suo cuore nel dialogo, vedendo questo come momento di unità del genere umano"

Si era spento a Roma il 29 agosto del 2019 monsignor Achille Silvestrini, cardinale e diplomatico della Santa Sede nato a Brisighella nel 1923. A due anni di distanza dalla sua scomparsa lo ricorda Aldo Preda, ex parlamentare e presidente del Centro studi Donati. "Il Cardinale Achille Silvestrini è stato giustamente  ricordato come uno dei protagonisti della cosiddetta “ostpolitik” della Santa Sede, avendo vissuto le condanne, gli arresti di tanti Vescovi e sacerdoti dei paesi dell’est-europeo, le discriminazioni verso i credenti nelle scuole e nelle università, che ha conosciuto la tragedia della Chiesa e del popolo ungherese, le sofferenze di Mons. Beran, Arcivescovo di Praga e del cardinale Wyszynski, Arcivescovo di Varsavia".

Achille Silvestrini conseguì la maturità classica presso il Liceo Torricelli di Faenza prima di entrare nel seminario diocesano. Successivamente si laureò in Lettere classiche all'Università di Bologna, mentre il 13 luglio del 1946 fu ordinato sacerdote da monsignor Battaglia nella cattedrale di Faenza. Quello fu l'incipit della sua carriera ecclesiastica che lo portò a servizio della Segreteria di Stato della Santa Sede per la quale si occupò delle relazioni con i paesi del Sud-est asiatico e poi dell'Est europeo. Il 4 maggio 1979 fu nominato arcivescovo da papa Giovanni Paolo II, mentre il 28 giugno 1988 fu creato cardinale.

"Ecco Mons. Achille Silvestrini - afferma Preda - un diplomatico al servizio della Santa Sede, con il cuore del sacerdote romagnolo, un prete che non ha mai dimenticato di essere prete, che ha gettato il suo cuore nel dialogo, vedendo questo come momento di unità del genere umano e di comprensione tra mondi diversi. In don Achille mi ha sempre colpito il valore dell’amicizia. Durante il rapimento di Aldo Moro fu vicino all’amico Zaccagnini e testimone delle scelte coraggiose da lui compiute 'in solitudine, al cospetto di Dio'".

Ai suoi funerali a Brisighella, il Vescovo di Faenza mons. Toso concluse così la sua omelia: “Il Cardinale Silvestrini amava ripetere spesso un suo concetto: 'Non si va in paradiso per la diplomazia ma per il bene fatto alla chiesa e al prossimo'. Egli è stato un prelato unico, così poco canonico e così tanto rigoroso, così tanto sacerdote e così poco diplomatico al punto di dover quasi credere che si può diventare santi solo per distrazione. Quanto egli ha fatto rimarrà negli annali della Santa Sede”.

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