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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Niccolò rischia l'eliminazione da MasterChef: ma si salva con un fagiano "da Oscar"

Dopo il fallimento all'Invention Test, il giovane medico ravennate trova la sua rivincita nell'esterna all'interno del Museo del cinema nella Mole Antonelliana di Torino

La bellezza del viaggio: quello fisico, fatto alla scoperta di luoghi sconosciuti (e, visto che siamo nelle cucine di MasterChef Italia, anche di ingredienti sorprendenti e mai visti); e quello mentale, fatto con la fantasia, grazie al cinema. Si può riassumere così la serata di ieri di MasterChef, e l’itinerario di questo viaggio ha portato alla formazione della Top 5 dei cuochi amatoriali di quest’anno: i giudici Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli, infatti, hanno fatto togliere il grembiule a un solo aspirante chef - Kassandra, barista 25enne di origini spagnole che vive a Milano – portando con sé quindi il giovane medico ravennate Niccolò, Antonio, Eleonora, Michela e Sara al penultimo appuntamento di questa stagione, atteso per giovedì 22 su Sky e in streaming su Now.

Le tappe del viaggio di ieri andavano da una Mystery Box con ingredienti provenienti da ogni parte del globo a un Invention Test dai sapori mediorientali per il quale è arrivato in Masterclass lo chef Assaf Granit, 1 stella Michelin al ristorante parigino Shabour, da una affascinante prova in esterna al Museo Nazionale del Cinema di Torino dove è andato in scena l’incontro tra la cucina e la settima arte, con sei celebri critici gastronomici e cinematografici nelle vesti di temibili commensali - compreso, tra questi ultimi, il professor Gianni Canova, critico e conduttore per Sky Cinema e Rettore della Libera università di lingue e comunicazione IULM di Milano – fino a un delicatissimo Pressure Test sullo street food del futuro.

La serata è quindi stata inaugurata dalla Mystery Box “internazionale”, con ingredienti di diverse parti del mondo: i fagioli asparago della Cina, il pesce Halibut della Danimarca, il formaggio Halloumi da Cipro, le melanzane lunghe dalla Thailandia, la Farina di Maracuoccio di Napoli, la carne Rubia Gallega dalla Spagna, tagliolini di Soba dal Giappone, olive di Kalamata dalla Grecia, i Datteri Medjoul dal Marocco, infine la farina di Teff dall’Etiopia e il Caigua dal Perù. I cuochi amatoriali hanno prima dovuto riconoscerne la provenienza e poi cucinare con i prodotti corrispondenti alle risposte corrette, avendo a disposizione 45 minuti e un discreto numero di spezie e salse. I migliori sono stati Halibut Viaggiatore di Antonio (halibut con pepe di Sichuan e finocchietto, tartare di datteri e olive, fagiolini asparago saltati al peperoncino), Dalla Danimarca in Giappone di Michela (noodles di soba in brodo di dashi, verdure alle spezie con datteri, tataki di halibut) e Cannoli Mondiali di Eleonora (cannolo fritto di farina di teff con crema di datteri e olive, fagiolini speziati, caigua marinato, salsa tahina e noodles di soba fritti), quest’ultimo proclamato piatto migliore della prova.

Il viaggio attorno al mondo è proseguito nell’Invention Test grazie all’arrivo in Masterclass dello chef Assaf Granit, origini israeliane e 1 stella Michelin al ristorante parigino Shabour. Dopo aver preso ispirazione da tre eccellenti esempi mostrati dall’ospite, i cuochi amatoriali in 45 minuti hanno dovuto cucinare un piatto con un mix unico e originale. Eleonora, vincitrice della Mystery Box, ha affidato un malus a Michela e Antonio: nella loro ricetta hanno dovuto impiagare anche un ingrediente killer, il lime persiano nero (disidratato, senza semi e succo, con una forte acidità). Gli assaggi sono cominciati da Il frigo più grande del mondo di Eleonora (melanzana ripiena di tahina, salsa olandese e ptitim), Viaggiando in Israele di Michela (ptitim con anguilla affumicata e aragosta in salsa yogurt), poi Origini 2.0 di Kassandra (tortilla di melanzane con aragosta e salsa di torshi) e Alchimia di Antonio (aragosta laccata al lime persiano su dadolata di melanzane), infine Viaggio in Grecia di Sara (aragosta sbollentata con ptitim al nero di seppia e tre salse yogurt) e Il ricco e il povero di Niccolò (uovo in camicia con melanzane e aragosta laccata in salsa di anguilla). Il piatto di Niccolò non è piaciuto, tanto che il giovane aspirante chef ravennate ha intonato 'My way' di Frank Sinatra temendo che la sua fine fosse vicina. È stata invece Sara la migliore della gara ed è toccato a lei sfruttare un prezioso bonus per la prova successiva, quella in esterna: ha potuto scegliere con chi formare la coppia per la cucinata al Museo Nazionale del Cinema di Torino, e la decisione è ricaduta su Eleonora; Michela e Niccolò, peggiori dell’Invention, hanno dovuto unirsi forzatamente in una coppia che è stata anche svantaggiata da un malus; terza coppia, quella formata dai due cuochi amatoriali rimanenti, Antonio e Kassandra.

Arrivati all’interno della celebre Mole Antonelliana, dove il Museo ospita una collezione tra le più ricche al mondo, oltre 2 milioni e 200mila pezzi, gli aspiranti chef hanno affrontato una difficilissima prova in esterna a metà tra cucina e cinema. Le tre coppie hanno reso omaggio a tre capolavori legati alla città di Torino preparando un piatto ispirato a tre generi cinematografici: Sara, vincitrice dell’Invention Test, per lei ed Eleonora ha potuto scegliere il genere horror con “Profondo Rosso” di Dario Argento per un piatto che aveva le animelle come ingrediente principale; poi Antonio e Kassandra hanno optato per la commedia con “Al bar dello sport” con Lino Banfi e Jerry Calà che corrispondeva a un piatto con le triglie, lasciando quindi a Michela e Niccolò il genere kolossal e “Cabiria”, film che vanta le didascalie firmate da Gabriele D’Annunzio, con il fagiano come protagonista del piatto. Parole d’ordine: gusto, impiattamento, sperimentazione e coerenza cinematografica. A mettere ulteriormente pepe su una prova già complessa, l’arrivo dello chef Davide Scabin, di casa a Torino, che ha portato tre ingredienti tipici della città (peperone, nocciole e vermouth) per l’amuse bouche che dovevano preparare Michela e Niccolò. Ad assaggiare, sei esperti tra critici gastronomici e cinematografici: Alberto Cauzzi (vicedirettore della Guida dei ristoranti de L’Espresso), Eleonora Cozzella (giornalista de Il Gusto – La Repubblica) e Maurizio Bertera (food editor de La Cucina Italiana e La Gazzetta Dello Sport); poi ancora Gianni Canova (critico e conduttore per Sky Cinema e Rettore della Libera università di lingue e comunicazione IULM di Milano), Steve Della Casa (critico cinematografico e direttore artistico) e Mattia Ferrari (content creator).

L’entrée della coppia Michela-Niccolò è stata la prima uscita (amuse bouche formato da gelatina di vermouth, spuma di peperoni e crumble di nocciole); poi il piatto della coppia Kassandra-Antonio (triglia fritta, con insalatina di salicornia e salsa al mango); quindi quello di Sara ed Eleonora (animelle con spuma di parmigiano, riduzione di melograno e barbabietola, fondo e cuore di piccione); infine la portata principale di Michela e Niccolò (fagiano ripieno con patate, salsiccia e albicocca, quenelle di caprino e limone su riduzione di ribes rosso, topinambur, cipolla rossa e fondo del fagiano): quest’ultima, a sorpresa, è stata la brigata vincitrice - proprio per merito del fagiano "da Oscar", ha detto chef Cannavacciuolo -, e così Michela e Niccolò hanno potuto ufficialmente scrivere il proprio nome tra i cinque migliori cuochi amatoriali di questa edizione.

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Tornati in Masterclass, Antonio, Eleonora, Kassandra e Sara hanno affrontato il Pressure Test dedicato allo street food, una delle tendenze culinarie più in voga negli ultimi anni, ma che in realtà ha radici antichissime. I quattro concorrenti in 40 minuti hanno dovuto inventare e realizzare uno street food del terzo millennio che fosse buono, elaborato e originale, avendo a disposizione gli ingredienti dei principali piatti della cucina da strada internazionale. Gli assaggi sono cominciati da Gelato dolce un po’ salato di Eleonora (coni di pasta brick ripieni di chilli messicano e cavolo sbollentato con crema di avocado), poi Tortelli d’asporto di Sara (tortellini fritti ripieni di carne, cavolo e cipollotto con salsa messicana); Giagia di Kassandra (involtini di pasta brick ripieni di carne, peperoni e cavolo, su crema di fagioli); infine Croccancino di Antonio (crocchette di patate ripiene di carne alla paprika e peperoni con salsa al curry, lime e zenzero). A togliere il grembiule è stata quindi Kassandra, che ha dovuto abbandonare la Masterclass tra gli abbracci dei colleghi.

La settimana prossima proseguiranno le sfide di MasterChef Italia: sarà il penultimo appuntamento di questa stagione, e per i cinque cuochi ancora in gara il sogno di conquistare lo scettro si fa sempre più concreto. Chi riuscirà a guadagnare un posto nella sfida finale?

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