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Cronaca

Nuovo progetto per l'ex magazzino Sir. I grillini: "è un gabbione per volatili"

Il futuro dell'ex magazzino Sir sarà quello di diventare un moderno contenitore di spazi commerciali, spazi polivalenti, uffici e persino residenze? Ai grillini, il progetto di recupero dell'edificio, non piace affatto

Il futuro dell'ex magazzino Sir sarà quello di diventare un moderno contenitore di spazi commerciali, parcheggi, sale culturali, spazi polivalenti, uffici, servizi e persino residenze? Ai grillini, il progetto di recupero dell'ex magazzino di via Maramotti, nel cuore della Darsena, non piace affatto.

“Secondo quanto prescriveva il piano regolatore del 1993 ancora in vigore per la Darsena ed ora pronto per essere modificato con il nuovo “POC” - si legge nel rendering diffuso dal Movimento 5 stelle -  gli edifici industriali dismessi della Darsena devono essere conservati, restaurati e, per la particolarità dei loro spazi, destinati a fini culturali o di rappresentanza. Conservazione, recupero, valorizzazione? Niente di tutto questo! Mediante accesso agli atti abbiamo appreso di un progetto a dir poco sconcertante, che azzera tutte le aspettative e gli entusiasmi”.

Il nuovo progetto di Iter, proprietaria dell'edificio nella Darsena, non è affatto gradito dal Movimento che lamenta un totale stravolgimento dell'edificio: “Non è rimasto nulla: via le quattro torrette, via le pensiline, via i muri perimetrali, via il manto di copertura. Dell’edificio restano solo gli archi, scarnificati per ben 170 metri di vuoto assoluto, tanta è la lunghezza del magazzino”.

Dopo la battaglia dei grillini per ottenere il vincolo di tutela della Soprintendenza, ottenuto nell'agosto del 2011, a seguito della presentazione del primo progetto di Iter che prevedeva una costruzione tutta di vetro ad uso commerciale, ora si ritrovano daccapo: nella relazione illustrativa del nuovo progetto, infatti, si afferma che non si tratta di “un edificio importante dal punto di vista architettonico”. I grillini lamentano che questo “nega quanto scritto nel vicolo emesso nell’agosto 2011 dalla Soprintendenza, ossia che si tratti di  'testimonianza di archeologia industriale significativa per le peculiarità strutturali e formali che si inserisce a pieno titolo all'interno di quella produzione industriale concepita come architettura con una sua spazialità interna unitaria senza soluzione di continuità ed estremamente suggestiva'.

Il progetto, secondo il Movimento 5 Stelle, non sembra, infatti, essere volto alla tutela dell'archeologia industriale: “Gli archi di 30 cm di spessore, per 18 metri di altezza e 30 metri di luce, sospesi nel vuoto, senza più alcun legame tra loro che li renda stabili, verranno coperti da una rete metallica in cui possano passare gli agenti atmosferici. Il tutto a 6 metri da terra, perché posizionato sopra ai due piani di parcheggio e centro commerciale, con una strada che lo fiancheggia nel fondo e che attraversa lo scheletro. Un gigantesco gabbione per volatili sospeso ed inutilizzabile di inverno, un edificio di pregio distrutto per un cadavere di cui appare ignota l’utilità e il senso”.


“I 10 milioni di euro previsti – continua il Movimento - non sono certo per restaurare il vecchio, ma per costruire solo ed esclusivamente del nuovo. Nuovo che si concretizza in un edificio a parallelepipedo di 8/9 piani (30 metri di altezza circa), lungo 50 metri si affaccerà lungo la via Bosi Maramotti e in due piani di parcheggi e centro commerciale infilati tra le costole della carcassa”.

Con questo progetto, insomma, sembra che “il vincolo cautelativo emanato nell’agosto scorso sia miseramente naufragato senza che il procedimento sia stato dichiarato concluso e la tutela resa definitiva dopo i tre mesi previsti per legge”.
I grillini concludono scrivendo: “Sembra quindi plausibile quanto sentivamo vociferare, e cioè che qualcuno, per salvaguardare interessi ed evitare il restauro, da sempre osteggiato inspiegabilmente anche dalla attuale e precedente amministrazione, si sia opposto all’applicazione delle norme”.

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