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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Cotignola

Uccisa strangolata, chiuse le indagini: dramma per motivi economici

Per l'accusa il responsabile del delitto è il figlio della donna, il 57enne Secondo Merendi: attualmente in carcere a Port'Aurea, è accusato di omicidio con l'aggravante del grado di parentela e del depistaggio

Chiuse le indagini della Procura di Ravenna sulla morte di Pia Rossini, l'anziana trovata strangolata in casa con la cintura di un accappatoio a Cotignola, il 14 aprile. Per l'accusa il responsabile del delitto è il figlio della donna, il 57enne Secondo Merendi: attualmente in carcere a Port'Aurea, è accusato di omicidio con l'aggravante del grado di parentela e del depistaggio. La signora, sarta 81enne in pensione, era stata trovata morta nella sua abitazione, con una cintura da accappatoio che gli e' stata stretta attorno al collo dal figlio convivente.

Fin da subito gli inquirenti hanno battuto la pista dell'omicidio, aprendo un fascicolo contro ignoti. Gli uomini dell'Arma, coordinati dal procuratore capo Alessandro Mancini e dal sostituto Stefano Stargiotti, avevano ascoltato diverse persone tra parenti, vicini di casa e amici della donna, oltre a raccogliere vari elementi dall'abitazione dell'anziana. Secondo quanto accertato dagli investigatori, l'uomo avrebbe agito in preda ad un raptus, dopo che la madre non aveva prestato i soldi necessari per pagare l'assegno di mantenimento ad una delle ex moglie.

Donna trovata morta in casa, è giallo (foto di Massimo Fiorentini)

L'uomo, disoccuppato, aveva problemi economici. A tradirlo anche la passione per il gioco, che l'aveva spinto a prosciugare, all'insaputa della madre, i conti ai quali la donna, titolare di due pensioni di reversibilità frutto di altrettanti matrimoni, gli aveva dato libero accesso. Ma anche un tenore di vita particolarmente dispendioso. E la vittima recente se ne sarebbe accorta. La mattina dell'omicidio probabilmente la donna si stava recando all'ufficio postale dopo l'ennesimo prelievo da parte del figlio. Le indagini sono state condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Lugo, affiancati dai Ris di Parma. L'accusato attraverso il suo avvocato Serafino Tabanelli ha sempre respinto ogni accusa.
 

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