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Cronaca

Operaio-eroe da Porto Fuori salva le persone tra le fiamme nella tragedia di Mestre: "Dovevo sdebitarmi con l'Italia"

Odion nel 2016 è arrivato al Cas di Porto Fuori, l'altra sera ha soccorso i passeggeri del pullman precipitato dal cavalcavia. "Non avevo paura: ho attraversato il deserto, il mare, sono stato in un carcere libico, ho visto di peggio"

Insieme all'amico non ha esitato un attimo e, quando ha visto quell'autobus precipitato dal cavalcavia prendere fuoco, si è gettato in mezzo alle fiamme per salvare i passeggeri. Odion Eboigbe, 26enne nigeriano, è uno dei due operai che sono intervenuti per primi sulla scena del drammatico incidente del pullman a Mestre, costato la vita a 21 persone. Odion vive insieme a Boubacar, 27enne nigeriano, in un palazzo proprio alla base di quel cavalcavia. Entrambi lavorano come operai per Idromacchine. Ma la sua storia in Italia inizia a Ravenna.

"Sono arrivato nel 2016 dalla Nigeria nel Cas di Porto Fuori - racconta il giovane eroe - Mio padre è morto quando ero piccolo, mia madre si è risposata con un uomo musulmano che voleva impormi la sua religione, ma io ero cristiano. Un giorno, durante il ramadan, mi ha scoperto mentre mangiavo di nascosto e mi ha picchiato. Sono scappato da un amico ma lui mi ha inseguito, gridava che voleva ammazzarmi. Così sono scappato ad Agadez, in Niger, e ho fatto la traversata del deserto per arrivare fino alla Libia. Lì ho visto cose orribili: non sei libero di muoverti, io non potevo parlare la mia lingua. Sono finito in carcere e sono rimasto lì fino a che, insieme ad altri compagni, abbiamo organizzato una fuga. Io sono stato tra quelli che ce l'hanno fatta, altri sono stati ricatturati".

Dopo il viaggio nel deserto, per Odion inizia un secondo viaggio ancora più spaventoso: quello in mare. "Sono corso verso una barca che stava per partire, era piena di persone che volevano scappare verso l'Italia - spiega il 26enne - Sono riuscito a infilarmi tra una persona e l'altra e a fare il viaggio senza pagare, sono stato molto fortunato. Putroppo però in mare ci siamo persi, per fortuna ci ha trovato una nave che ci ha soccorso. Così sono arrivato in Sicilia, poi sono stato portato a Bologna e alla fine sono arrivato al Cas di Porto Fuori a Ravenna. Io volevo lavorare, ma al Centro per l'impiego mi hanno detto che non potevano aiutarmi perché non sapevo la lingua. Così ho conosciuto Carla, la mia maestra al Cas, che mi ha insegnato l'italiano e non solo: mi diceva che dovevo ascoltare, imparare la lingua e seguire la legge, poi avrei potuto lavorare. E così ho fatto: per due anni ho studiato l'italiano, ho fatto l'esame e preso l'attestato di lingua A2. Poi ho fatto il corso da cameriere e ho lavorato in diversi ristoranti. Al Cas mi hanno dato l'opportunità di rimanere in Italia, non so come ringraziare Carla e Antonio".

Odion insieme a Carla
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A fine 2022, Odion si è trasferito a Mestre dopo essere stato assunto da Idromacchine. E la sera del drammatico incidente lui era poco distante dal cavalcavia: "Io e il mio coinquilino, Boubacar, stavamo cenando. All'improvviso abbiamo sentito un rumore fortissimo, come di un freno, e poi una botta enorme. Abbiamo pensato al terremoto o a un tuono, ma quando ci siamo affacciati alla finestra abbiamo visto il pullman caduto dal cavalcavia. Siamo corsi fuori e il bus stava prendendo fuoco. Non ci abbiamo pensato un attimo: ci siamo buttati sotto al pullman e abbiamo tratto in salvo una donna e una bambina. Poi sono arrivati i Carabinieri e ci hanno fatto allontanare perché era pericoloso. Ma io non pensavo al pericolo, volevo salvare quelle persone. Non avevo paura: ho attraversato il deserto, il mare, sono stato in un carcere libico, ho visto di peggio. E poi qua in Italia mi hanno dato tanto, per me è stato un modo per sdebitarmi. Anche se ora non riesco a pensare ad altro che a quelle persone tra le fiamme, non riesco più a dormire...".

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