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Cronaca

"Maxitruffa per il nuovo Porto di Molfetta", arrestato il procuratore speciale della Cooperativa Cmc

"La misura cautelare - si legge in una nota della Forestale - è stata disposta a seguito di indagini iniziate nell'anno 2010 sulla gestione delle procedure relative all'appalto integrato per l'ampliamento del porto commerciale marittimo"

Per una presunta maxitruffa di circa 150 milioni di euro legata alla costruzione del nuovo porto commerciale di Molfetta (Bari), appaltato nel 2007 ma non ancora realizzato, la Guardia di finanza di Bari e i militari del Corpo forestale dello Stato di Ravenna hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Trani nei confronti del procuratore speciale della Cooperativa C.M.C. (G.C.) dei lavori di realizzazione del porto di Molfetta.

"La misura cautelare - si legge in una nota della Forestale - è stata disposta a seguito di indagini iniziate nell’anno 2010 sulla gestione delle procedure relative all’appalto integrato per l’ampliamento del porto commerciale marittimo effettuate congiuntamente dalla Guardia di Finanza di Bari, Nucleo Polizia Tributaria e dal Corpo Forestale dello Stato, Comando Provinciale di Bari che ha condotto oltre all’arresto già menzionato, anche a un ulteriore arresto e ad individuare altri 60 indagati, oltre al sequestro dell’area destinata al nuovo porto di Molfetta per un valore di 42 milioni di euro nonché al sequestro della residua somma di finanziamento pubblico (pari a 33 milioni di euro) non ancora utilizzata dal Comune di Molfetta".

"Sono stati contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, abuso d’ufficio, reati contro la fede pubblica, frode in pubbliche forniture, attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi e diversi reati ambientali - continua la Forestale -. L’attività di polizia giudiziaria ha preso le mosse da una segnalazione dell’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture di Roma diretta alla Procura della Repubblica di Trani concernente presunte irregolarità relative all’appalto predisposto dal Comune di Molfetta"-

"Dalla segnalazione - viene spiegato - hanno preso avvio le indagini attraverso escussioni di testi, acquisizioni documentali, intercettazioni telefoniche che hanno evidenziato come un fiume di denaro pubblico sia stato veicolato a favore del Comune di Molfetta per la realizzazione della diga foranea e poi del nuovo porto commerciale grazie ad una serie di atti illegittimi e illeciti, di  interferenze amministrative e di condotte fraudolente che hanno provocato l’esborso complessivo di circa 83 milioni di euro e senza che l’opera sia stata realizzata e senza speranza di concluderla considerata la presenza di ordigni residuati bellici nei fondali marini oggetto dei lavori".

"Le indagini hanno dimostrato che la presenza di ordigni sul fondale del Porto, oggettivo ostacolo alla realizzazione delle opere, era già nota alle parti contraenti prima della consegna dei lavori - prosegue la Forestale -. Tale presenza non ha dissuaso dall’attivare la gara di appalto e dall’attivare i lavori senza prevedere la bonifica dei fondali. A causa di tali ostacoli, l’Associazione di Imprese aggiudicatrice dei lavori ha percepito un cospicuo indennizzo (7,8 milioni di euro)".

"Nella complessa vicenda le indagini hanno evidenziato numerosi altri reati, fra cui una serie di illeciti ambientali e paesaggistici, consistenti nella realizzazione di una discarica abusiva (cassa di colmata) nella quale sono presenti numerosi ordigni bellici rimossi durante le operazioni di dragaggio del fondale non smaltiti secondo la normativa vigente, nonché violazioni del Testo Unico dell’edilizia e del Codice del Paesaggio - conclude la Forestale -. Inoltre i lavori, contrariamente a quanto attestato, riguardano aree sottoposte a vincoli europei (Sito di Importanza Comunitaria) per la presenza di habitat naturali quali sono le acque portuali molfettesi ricche di colonie di alga posidonia".

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