rotate-mobile
Cronaca

Saluti romani alla tomba di Mussolini, faentino a processo. Chiesto di applicare la nuova sentenza di Cassazione

Si tratta della prima udienza, che riguarda Predappio, dopo l'uscita della sentenza a sezioni unite della Cassazione che sdogana penalmente il gesto

Nuova udienza in tribunale a Forlì per il processo sui saluti romani fatti a Predappio nel corso di una manifestazione di "nostalgici" del 2020. Si tratta della prima udienza, che riguarda Predappio, dopo l'uscita della sentenza a sezioni unite della Cassazione che sdogana penalmente il gesto, se non inserito in un contesto che rappresenti effettivamente un pericolo di ricostituzione del partito fascista. L'incriminazione, a carico di 5 partecipanti alla commemorazione del luglio 2020 (con circa un centinaio di presenti per ricordare la nascita di Mussolini) deriva dalla violazione della Legge Mancino, vale a dire la disposizione del 1993 che sanziona slogan, gesti e azioni che hanno lo scopo di incitare all'odio, alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali.

L'avvocato della difesa, Francesco Minutillo, ha presentato alla giudice Ramona Bizzarri la richiesta di applicazione del nuovo orientamento stabilito di recente dalla Cassazione a Sezione Unite. La giudice ha rinviato l'esame della richiesta all'11 aprile, quando sarà pubblicata la sentenza della Cassazione con le sue motivazioni. E' quindi proceduta l'istruttoria, con teste il dirigente della Digos Enrico Gardini, presente per la gestione dell'ordine pubblico in occasione della manifestazione, che avvenendo in pieno periodo Covid vide pochi partecipanti, con mascherine e distanze, e in forma statica e non itinerante dalla piazza principale di Predappio fino al cimitero di San Cassiano in Pennino, dove è sepolto nella tomba di famiglia Benito Mussolini.

I 5 imputati, provenienti da Faenza, da Cinisello Balsamo (Milano), dalla provincia di Bergamo e poi da Pescara e dalla provincia di Chieti, avevano impugnato il decreto penale di condanna emesso dalla Procura di Forlì ed ora si trovano a processo perché, secondo le accuse, hanno eseguito il saluto romano e risposto 'Presente' in una delle fasi della cerimonia. I raduni 'nostalgici' a Predappio si tengono di norma a fine aprile, fine luglio e fine ottobre per ricordare rispettivamente la morte, la nascita di Mussolini e la Marcia su Roma. Tra tutti gli appuntamenti, quelli estivi sono di solito i meno frequentati. In quell'anno, nel 2020, non si tenne il corteo da piazza Sant'Antonio al cimitero per via delle restrizioni Covid, ma ci fu comunque la commemorazione nel piazzale esterno del cimitero comunale.

E proprio nel corso di questa manifestazione, sono stati identificati i 5 soggetti che alzarono il braccio teso e poi accusati di aver esibito, con questo gesto, uno dei simboli del fascismo e in quanto tale punibile dalla Legge Mancino, norma però fatta oggetto di revisione da parte della Cassazione per quanto riguarda il saluto romano.

Non è la prima volta che si celebrano a Forlì processi con quest'accusa per le parate di Predappio accusate di neo-fascismo. Con la stessa imputazione di violazione della Legge Mancino era andata a processo una militante che aveva indossato, nella manifestazione del 28 ottobre 2018, una maglietta nera con su scritto 'Auschiwitzland', ritenuta dall'accusa irrisoria dell'Olocausto, in quanto mischiava nelle parole e nei caratteri il più celebre dei campi di concentramento con il parco divertimenti 'Disneyland'. La militante era stata assolta in quanto “il fatto non costituisce reato”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Saluti romani alla tomba di Mussolini, faentino a processo. Chiesto di applicare la nuova sentenza di Cassazione

RavennaToday è in caricamento