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Cronaca

Dalla casa natale di Giuseppe Verdi 'Echi notturni di incanti verdiani'

Giovedì alle 22.30 Rai 1 trasmetterà “Echi notturni di incanti verdiani”, lo spettacolo andato in scena, per la regia di Cristina Mazzavillani Muti, di fronte alla casa natale del grande Maestro a Roncole Verdi, il 20 luglio scorso

Giovedì alle 22.30 Rai 1 trasmetterà “Echi notturni di incanti verdiani”, lo spettacolo andato in scena, per la regia di Cristina Mazzavillani Muti, di fronte alla casa natale del grande Maestro a Roncole Verdi, il 20 luglio scorso, nell’ambito delle celebrazioni del bicentenario della nascita del patriarca della musica italiana. Un progetto artistico - commissionato dal Comune di Busseto al Ravenna Festival - che ha visto Violetta, Leonora, Gilda, Il Conte di Luna, Rigoletto, Sparafucile... rivivere, in una nuova dimensione di sogno.

Non si può riassumere Verdi in una singola opera, e allora, per celebrarlo facendo risaltare tutto l’incanto della sua inarrivabile invenzione musicale e drammaturgica, Cristina Muti ha chiamato a raccolta alcuni dei suoi personaggi più amati, come le eroine della cosiddetta “trilogia popolare” che si sono incontrate, in una notte di luna piena, per abbracciare nella sua casa natale il grande maestro. Tutto ha preso vita nello spazio che separa l’antica osteria-stazione di posta dove Giuseppe Verdi è nato e la Chiesa di Michele Arcangelo che l’ha visto, prima chierichetto, poi organista, muovere i primi passi di musicista. Lì si è raccolto il pubblico, in una sorta di anfiteatro affacciato su un palcoscenico virtuale a far risaltare l’unica scenografia: la casa stessa, vissuta dai vari personaggi come fosse la loro, attraversata, abitata, cantata.

E mentre sotto i raggi della luna, la casa è tornata ad animarsi di luci e voci, il cupo rintocco delle campane suonate “a morto” ha punteggiato, riprendendone i versi introduttivi, una delle più significative pagine corali verdiane, “Patria oppressa... Suona a morto ognor la squilla” dal Macbeth. Una visione onirica del mondo verdiano che si è chiusa a specchio, con il canto di speranza del “Va pensiero” in un percorso lungo il quale i personaggi verdiani si sono intrecciati tra loro evocando l’anima verdiana, scolpita per sempre nel severo e paterno profilo del monumento posto all’entrata che è divenuto anch’esso scenografia.

Il cast di giovani, ma già affermatissimi, cantanti chiamati ad interpretare alcune tra le pagine più note di Macbeth, Il Trovatore, La traviata, Rigoletto e Nabucco è composto da Rosa Feola (soprano), Anna Kasyan (soprano), Irina Dubrovskaya (soprano), Antonio Corianò (tenore), Isabel de Paoli (mezzosoprano), Francesco Landolfi (baritono), Alessandro Luongo (baritono) e Andrej Zemskov (basso). I costumi di Alessandro Lai, le luci di Vincent Longuemare. L’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini è diretta da Nicola Paszkowski, mentre il coro, istruito da Corrado Casati, è quello del Teatro Municipale di Piacenza, Fabrizio Cassi all’organo della chiesa di San Michele.

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