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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Nuova luce sulla "Cà del Pino": lo storico ristorante risorgerà nel segno della tradizione

In queste settimane, Leonardo Spadoni ha incontrato spesso Armida Turchetti, che ne fu, con il marito, l’anima per più di 50 anni, proprio per raccogliere quel testimone nel segno della continuità gastronomica

La Cà del Pino, storico ristorante alle porte di Ravenna, tra la via Romea e la pineta, riaprirà nei primi mesi del 2018. Ai suoi tavoli si sono seduti dal 1966, quando aprì, tantissimi personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport, della cultura e importanti imprenditori. Persino Alberto Sordi che girò alcune scene del film “Il presidente del Borgorosso Football club”. A credere in nuovo rilancio sia il Comune, proprietario di immobile e terreno, sia Casa Spadoni, che si è aggiudicata l’asta pubblica per reperire un nuovo concessionario per i prossimi sei anni. Un futuro per la Cà del Pino che non può che poggiare sulla sua miglior tradizione culinaria, come la famosa grigliata, e su prodotti del territorio e di stagione con l’intento di valorizzare la pineta e il turismo ambientale.

“Ci soddisfa molto l’aver individuato la soluzione imprenditoriale più idonea - affermano gli assessori al Commercio Massimo Cameliani e all’Ambiente Gianandrea Baroncini - perché è uno dei luoghi simbolo della nostra tradizione enogastronomica ed evocativo di eventi e personaggi che lo hanno reso tanto famoso. E’ anche strategico per la sua posizione tra pineta e valle, in una zona di pregio naturalistico come il Parco del Delta del Po che presto, proprio lì vicino, con una installazione in legno ad arco, avrà una delle sue porte d’ingresso. Inoltre, è un progetto che si inserisce nella riqualificazione della Pialassa Baiona e nei percorsi naturalistici che saranno realizzati. Va dato merito a Spadoni nell’aver creduto nelle potenzialità della Cà del Pino che valorizzerà con soluzioni enogastronomiche di qualità e non omologate”.

In queste settimane, Leonardo Spadoni ha incontrato spesso Armida Turchetti, che ne fu, con il marito, l’anima per più di 50 anni, proprio per raccogliere quel testimone nel segno della continuità gastronomica. “La gestione di Cà del Pino è per noi una sfida che ci riempie di responsabilità - afferma Spadoni -. Abbiamo la consapevolezza che si tratta di riproporre ai ravennati e non solo, un locale che ha avuto in Raul Gardini uno dei più affezionati clienti. Recupereremo le ricette che Turchetti ha utilizzato per fare grande questo locale. Il ristorante continuerà a chiamarsi Cà del Pino, nome che porta gloriosamente dal 1966. I piatti cambieranno secondo l'alternarsi delle stagioni. Avremo gli uccelli di valle, l'anguilla, i risi e il baccalà, il pesce e il cinghiale, oltre al tradizionale menù romagnolo. Le ‘sfogline’ saranno presenti ogni giorno per tirare la pasta a mano come una volta. La grande griglia al centro del salone continuerà a essere 'la regina' del ristorante: qui prepareremo tutte le carni, compresa quella di mora romagnola proveniente dal nostro allevamento all'aperto di Zattaglia”.

Casa Spadoni, realtà nata dal gruppo Molino Spadoni e marchio dei propri ristoranti che valorizzano la tradizione enogastronomica locale, fornirà tutto il supporto logistico e formativo. La pineta sarà al centro di una serie di attività perché la Cà del Pino potrebbe diventare una 'stazione' per visitare la pineta, un punto di riferimento per il turismo ambientale. Non mancheranno le occasioni di incontro, serate a tema legate alla cucina, alla cultura, alla musica. “Mi auguro vivamente che Spadoni possa riuscire a rilanciare il ristorante e farlo tornare quello che è sempre stato - sostiene Turchetti -. Sono stata davanti alla griglia per 53 anni. Ho avuto tante soddisfazioni, a partire da Serafino Ferruzzi e dalla sua famiglia, poi da Raul Gardini fino a personaggi come Walter Chiari, Alberto Sordi, Carla Fracci, Alberto Tomba. Lascio il ristorante in buone mani con la certezza che gode ancora di un ottimo nome, considerate le tante telefonate per prenotazioni che ricevo ancora, anche se siamo ormai chiusi da alcuni anni”.

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