Rifornivano i clienti da Rimini fino al ravennate: stroncato vasto giro di spaccio
Due gruppi separati ma che, secondo le risultanze investigative, si aiutavano a vicenda per non "deludere" la clientela abituale
È di 12 misure cautelari, 11 in carcere e un obbligo di presentazione il bilancio dell'operazione antidroga dei carabinieri della Compagnia di Rimini che hanno scardinato una banda di stranieri dedita allo spaccio di eroina. L'inchiesta "Panoramic 2" prende spunto dalla precedente indagine e si è svolta secondo il sistema classico: pedinamenti e monitoraggio del traffico telefonico. Secondo quanto emerso, nel riminese erano presenti due gruppi criminali dediti allo spaccio di stupefacenti. Tra gennaio e ottobre del 2017 i militari dell'Arma hanno individuato diverse persone che si portavano nella zona per l'acquisto della droga. Circa duemila le cessioni ricostruite dai carabinieri che hanno scoperto diversi clienti che, da oltre 3 anni, si rifornivano dai pusher.
Due gruppi separati ma che, secondo le risultanze investigative, si aiutavano a vicenda per non "deludere" la clientela abituale. In particolare, gli spacciatori si erano specializzati nell'eroina e che, oltre alla periferia riminese, si spostavano anche nel ravennate e sulla costa cesenate. A far emergere che si trattava di due bande distinte ma collaborative tra loro è stata, anche, l'analisi delle pagine Facebook dei componenti, dai quali è emerso che tutti si conoscevano e si frequentavano anche al di là dei momenti di spaccio. Oltre a questi, operava anche un pusher tunisino che, seppur domiciliato a Rimini, era solito recarsi a Cesenatico per gestire la sua zona di spaccio. Il nordafricano era solito spostarsi con la collaborazione di un tossicodipendente italiano, che gli faceva da tassista in cambio delle dosi, poi deceduto in un incidente. Delle 12 misure, 5 sono stati rintracciati mentre gli altri 5 risultano latitanti probabilmente all'estero. Un sesto è morto in un incidente stradale sulla Romea nel settembre del 2017. Tutti i componenti sono cittadini tunisini, irregolari in Italia, a parte quello deceduto nel sinistro. In carcere sono finiti un 29enne, un 31enne, un 32enne, un 34enne e un 39enne.