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Cronaca

Rifiutano di pagare 50mila euro "per vivere in Italia": parte la spedizione punitiva

I Carabinieri hanno sottoposto a perquisizione l’auto, nella quale sono state rinvenute tre spranghe in metallo e pietre di grosse dimensioni

Mercoledì notte a Vicenza una donna appartenente alla una famiglia romena ha chiamato il 112 riferendo ai Carabinieri di essere stata raggiunta da minacce morte da alcuni connazionali. La donna ha raccontato ai militari che i connazionali si erano messi in viaggio dal comune di Ravenna per raggiungerla nella sua abitazione di Rosà.

Il vicecomandante della stazione Carabinieri, conoscendo il nucleo familiare in questione e i recenti trascorsi storici che vedono la famiglia coinvolta in una faida con altre famiglie romene di origine rom sfociata in agguati di sangue e intimidazioni di tipo mafioso, che perdura da un paio di anni, si è recato subito nella residenza della donna con due suoi collaboratori. Sul posto erano già intervenute due pattuglie del Norm di Bassano del Grappa, a cui la donna aveva spiegato sommariamente l’accaduto e mostrato dei video di minaccia pubblicati su Facebook.

A quel punto è arrivata sul posto una Bmw 550 Xdrive a forte velocità, con a bordo quattro soggetti. Non rendendosi conto della presenza dei militari, gli occupanti dell'auto si sono fermati bruscamente a casa della donna e sono scesi gridando frasi in lingua romena. I Carabinieri sono dunque intervenuti e hanno sottoposto a perquisizione l’auto, nella quale sono state rinvenute tre spranghe in metallo e pietre di grosse dimensioni.

Gli aggressori, due 25enni di origini rom, un 30enne e un 28enne romeni, tutti già noti alle forze dell'ordine, sono stai condotti al comando della compagnia Carabinieri di Bassano del Grappa. La vittima, in sede di denuncia, ha riferito ai militari che da mesi la sua famiglia era vittima di un tentativo di estorsione da parte dei connazionali che, per "permettergli" di vivere in Italia, pretendevano gli fosse versata una somma in denaro pari a 50mila euro. Al rifiuto di versare questi soldi, i connazionali hanno organizzato una spedizione preannunciando il loro arrivo con dei video pubblicati su Facebook. Ricostruita la vicenda il pm ha disposto il trasferimento dei quattro arrestati alla casa circondariale di Vicenza.

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