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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Toilette in piazza Kennedy, la Commissione per la Qualità architettonica bocciò il progetto

I servizi igienici sono comparsi in punta di piedi nel corso degli anni. Il percorso ricostruito dal consigliere Ancisi.

Sono contenuti in quattro faldoni la genesi e lo sviluppo delle “scandalo toilette” di piazza Kennedy. Anche se il problema non è certo solo quello dei bagni pubblici, ma dell’intero blocco che blocca la vista della facciata di Palazzo Rasponi e di buona parte della stessa piazza.

A ricostruire il lungo parto è stato il consigliere di opposizione Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna), che ha passato al vaglio quattro faldoni per trovare le tracce delle famigerate toilette (a questo link è possibile scaricare l'intero resoconto:  LE DEFORMI TOILETTE DI PIAZZA KENNEDY CARTELLA CLINICA DEL PARTO-2).

Per prima cosa, lo studio di fattibilità del dicembre 2009, su cui il Comune lanciò il Concorso di idee per la riqualificazione di piazza Kennedy (del progetto vincitore, tra l’altro, è rimasto pochissimo), non prevedeva alcun tipo di installazione edilizia sulla piazza.
Nel marzo 2012 arriva il progetto preliminare che introduce il primo elemento di scontro: gli archi in cemento armato sui fronti di via D’Azeglio e via Rasponi. Non si parla di servizi igienici, tuttavia compare l’idea del “Blocco tecnico di via D’Azeglio” con edicola, fioraio e pensilina per i bus.

Le toilette compaiono nel progetto definitivo, che arriva alla fine del 2012 (approvato dalla giunta). Ma entrano in punta di piedi: nella relazionale generale, redatta nell’aprile 2012, non ce n’è traccia. Tuttavia, scorrendo l’elenco dei prezzi unitari si scopre che sono previsti circa 31mila euro per la fornitura e la posa di un “servizio igienico autopulente in ambiente già predisposto tipo TRIAX H Tecnologia”. Una cifra comunque molto lontana dai 67.500 euro spesi per la toilette in versione 2016. “Evidentemente – commenta Ancisiv- i servizi igienici sono stati inseriti su indicazione politica, altrimenti sarebbero stati indicati nella relazione generale”.

Fin qui, inoltre, non risultava alcun parere, né da parte della Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici né da parte della Commissione per la Qualità architettonica e il Paesaggio (CQAP). Quelli, infatti, arrivano nel marzo 2013, quindi dopo l’approvazione del progetto definitivo: la Soprintendenza si limita a dare un parere favorevole senza particolari sottolineature, mentre la CQAP dà sì un parere favorevole, ma specifica anche di ritenere che “il locale tecnico del Comune e i servizi igienici dovrebbero trovare una collocazione più marginale rispetto all’invaso della stessa piazza”.

Il parere della CQAP non viene preso in considerazione – e del resto non è vincolante -, per cui alla fine di aprile 2013 si arriva all’approvazione (sempre in giunta) del progetto esecutivo, su cui si basano gli appalti.

L’ultimo capitolo, prima dei più recenti avvenimenti, è datato 28 aprile 2015: una variante in corso d’opera elimina gli archi in cemento armato (ancora presenti nonostante si parlasse da un anno della loro eliminazione e nonostante fossero stati bocciati anche dalla CQAP) e trasforma le toilette dal tipo a gettone a quello “a tutela”. E l’intero blocco su via D’Azeglio, che ora si parla di rimuovere, viene a costare circa 183mila euro.

“È inconcepibile – commenta Ancisi . che la giunta comunale, decidendo di inserire tale blocco nel progetto definitivo non ne abbia valutato l’insostenibilità dell’impatto architettonico, paesaggistico ed estetico con il contesto ambientale, e soprattutto col Palazzo Rasponi dalle Teste. Si chiama sprovvedutezza.  Ma quando la CQAP, organo consultivo dell’amministrazione proprio su tale esplicita competenza, le ha aperto gli occhi su questa scelta, attestando che era sbagliata, per lo meno dal punto di vista logistico, è stato inaudito che la giunta comunale abbia proceduto di forza a confermarla e a portarla a fondo. Questa è arroganza. Fermo restando che l’accertamento delle responsabilità deve seguire fino in fondo il suo percorso,  la mia proposta  è che la giunta comunale sottoponga una o più ipotesi di sgombro della piazza alla CQAP, dichiarando la volontà di rispettarne il parere”.  

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