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Cronaca

Tre ricercatrici protagoniste a Ravenna di un innovativo progetto di ricerca applicata

Il prodotto consiste in una miscela di biopolimeri biodegradabili che si possono produrre da scarti di varia natura a basso costo

La sede universitaria di Ravenna è protagonista di un innovativo progetto di ricerca applicata che vede l’ideazione e la realizzazione di un prodotto per la pulitura delle opere d’arte che presenta la novità assoluta di essere completamente biodegradabile, ecosostenibile e soprattutto non dannoso per la salute dell’uomo e per l’ambiente. Il prodotto consiste in una miscela di biopolimeri biodegradabili che si possono produrre da scarti di varia natura a basso costo, uniti a solventi modulabili in funzione delle specifiche esigenze di pulitura, ad esempio a seconda del differente materiale da rimuovere.

L’aspetto innovativo è rappresentato dal fatto che si tratta di un prodotto che mancava sul mercato dei beni culturali, in grado di andare a sostituire le sostanze tossiche finora utilizzate per la delicata fase di rimozione di incrostazioni, macchie e alterazioni cromatiche, ecc., dall’opera d’arte. Non a caso l’idea è nata da un’esigenza concreta, emersa nell’ambiente della conservazione e del restauro dei beni culturali, da richieste specifiche dei restauratori che cercavano alternative alle metodologie tradizionali finora utilizzate.

Il progetto è frutto della collaborazione di 3 laboratori universitari: 2 centri di ricerca attivi sul territorio ravennate (uno applicato ai beni culturali e uno di scienze ambientali noti per le loro ricerche nell’ambito della chimica applicata ai beni culturali e della chimica sostenibile) e un importante centro per lo studio dei materiali con sede a Bologna. La ricerca ha visto protagoniste tre giovani ricercatrici: Giorgia Sciutto, del Dipartimento di Chimica ‘Giacomo Ciamician’, Laboratorio di microchimica e microscopia applicata ai beni culturali; Chiara Samorì, del Dipartimento di Chimica ‘Giacomo Ciamician’ e del CIRI Energia Ambiente; Laura Mazzocchetti, del Dipartimento di Chimica Industriale ‘Toso Montanari’, Ciri-Mam (Meccanica Avanzata e Materiali). 

L’idea convoglierà in un progetto che parteciperà al bando Alma Idea Grant – Linea d’intervento Junior, dell’Ateneo di Bologna.  I gel, prodotti con diverse formulazioni, sono stati testati su opere d’arte importanti quali la statua della fontana del Nettuno, a Bologna; il dipinto di Cimabue esposto nella basilica di Santa Maria dei Servi a Bologna. Il prodotto ha raccolto fin da subito forte interesse: sono in corso diverse collaborazioni con noti istituti di restauro italiani. Anche le aziende e il mondo produttivo non del settore hanno segnalato il loro interesse: in questo caso è la possibilità di produrre biopolimeri biodegradabili a catturare l’attenzione. 

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