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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Allarme disoccupazione: quasi 30mila a casa in provincia

"In provincia sono quasi 30.000 le persone disoccupate e gli avviati al lavoro sono per la stragrande maggioranza con contratti atipici".Lo afferma Idilio Galeotti, segretario del Nidil Cgil provinciale

“In provincia sono quasi 30.000 le persone disoccupate e gli avviati al lavoro sono per la stragrande maggioranza con contratti atipici. A questo proposito come Nidil Cgil sono intenzionato a chiedere un incontro con tutti i sindaci dei Comuni ravennati per esporre la problematica con l'auspicio di trovare azioni condizioni”. Lo afferma Idilio Galeotti, segretario del Nidil Cgil provinciale. La forbice fra lavoro stabile e lavoro temporaneo si sposta sempre più nella direzione del lavoro precario.

Su 104.154 che risultano assunti nel 2010, solo 7.460 (7,2%) sono i lavoratori a tempo indeterminato, tutti gli altri 96.694 (92.7 %) avvengono con contratti non stabili e fra le forme più svariate rientranti nelle 46 tipologie precarie di assunzione. “Come primo aspetto – dice Galeotti - vorrei che si parlasse più di questi temi e lo si facesse con cognizione di causa visto che sento rappresentanti politici che dicono che per il rilancio dell'economia e dell'occupazione occorre maggiore flessibilità del lavoro. Occorre invece ridurre drasticamente le forme di avviamento al lavoro e orientarle verso il lavoro stabile. Questo non vuol dire che non deve esserci flessibilità, ma che deve costare molto di più del lavoro a tempo indeterminato. E si deve prevedere che dopo un certo periodo o progetto si possa stabilizzare, in quanto deve indicare un periodo flessibile da un lato e dall'altro non deve diventare una forma di precarizzazione permanente”.

“Non è cosa facile – conclude Galeotti - ma occorre affrontare la problematica e non cercare di nasconderla, ed è quello che intendiamo fare noi del Nidil Cgil, vogliamo diventare ancor più di oggi un riferimento per i tanti giovani e meno giovani, che oggi sono disoccupati e vivono una loro condizione di difficoltà, come vogliamo esserlo per i tanti lavoratori precari che devono orientarsi fra una miriade di contratti temporanei che spesso nascondono contratti di lavoro subordinato a tutti gli effetti, oppure che nascondono insidie contrattuali che, una volta firmati, creano notevoli problemi a loro stessi. Una società che guarda avanti, al futuro del paese e della nostra provincia deve necessariamente tenere in considerazione il valore della forza lavoro, della sua sicurezza, come della sua dignità, occorre progettare una nuova società che sappia integrare anche il rapporto generazionale delle persone, non nella logica di restrizione, ma verso un allargamento dei diritti, una società che sappia battersi con nettezza contro ogni forma di ricatto o sopruso e prepotenza come sta avvenendo per le lavoratrici dell'Omsa (alle quali va tutta la mia solidarietà) come per altre lavoratrici e lavoratori di altre realtà produttive oggi in difficoltà occupazionale. Penso a una società che sappia guardare negli occhi le persone oggi in difficoltà e poter dire a loro non sentitevi soli, perché fate parte integrante di una società che è consapevole che per andare vanti occorre partire dall'affrontare le problematiche dei più deboli”.

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