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Siccità, nel 2017 distribuito quasi il 50% d'acqua in più: "E il futuro non sarà migliore"

A chiusura dell’annata agraria 2017 il Consorzio di Bonifica della Romagna tira le somme di una primavera-estate difficile, caratterizzata da assenza di piogge e caldo record

A chiusura dell’annata agraria 2017 il Consorzio di Bonifica della Romagna tira le somme di una primavera-estate difficile, caratterizzata da assenza di piogge e caldo record. Ben 86 milioni di metri cubi di acqua proveniente da Po mediante il Canale Emiliano Romagnolo sono stati distribuiti sul territorio, contro i 60 milioni di metri cubi di acqua distribuiti nel 2016. Un + 46% significativo di una stagione irrigua sotto il segno della siccità.  

Un’estate eccezionalmente calda (temperatura media più alta di 3 gradi rispetto all’ultimo trentennio - fonte Arpae), piogge invernali-primaverili (ottobre 2016-maggio 2017) molto inferiori alla norma, picchi di temperature massime assolute agostane oltre i 40 gradi in quasi tutta la Romagna: è questo il quadro sulla crisi idrica del 2017 tale da indurre la Regione a chiedere al Governo lo stato di calamità, dichiarata in tutta la regione il 15 settembre 2017.

Nonostante questo quadro meteo-climatico dai toni drammatici il Consorzio di Bonifica della Romagna è riuscito a soddisfare le esigenze idriche del comparto agricolo e di trasformazione agroalimentare del proprio comprensorio. Già a marzo, all’inizio della stagione irrigua, i 47 impianti irrigui consorziali funzionavano a pieno regime riuscendo a far fronte ad una situazione veramente critica.

La siccità che ha caratterizzato il 2017, così come il 2003, il 2007 e il 2012, mette in primo piano la funzione strategica dell’irrigazione per l’economia del territorio del Consorzio di Bonifica della Romagna poiché su una Superficie Agricola Utilizzata (Sau) di 96 mila ettari operano 18mila aziende agricole (il 23% circa delle aziende agricole emiliano-romagnole): "Una realtà economica quindi molto importante per la quale l’acqua, fondamentale per le produzioni ortoflorofrutticole, deve essere una risorsa certa in questo periodo di scenari climatici ormai conclamatamene estremizzati che vedono alternarsi periodi di forte siccità, come l’estate appena trascorsa, a piogge battenti che creano disastri, come dimostrato dagli allagamenti del reggiano/parmense di questi giorni - spiegano dal Consorzio - Sono le due facce dei cambiamenti climatici che tutti dobbiamo affrontare: in primis il comparto agricolo che necessita della risorsa idrica per far reddito; il valore dell’irrigazione nel comprensorio della Romagna vale ben 268 milioni di euro di produzione lorda vendibile (Plv), valore che in quest’anno difficile si è riuscito a preservare grazie all’impegno straordinario di tutto il personale del Consorzio. Gli scenari climatici futuri non miglioreranno e il Consorzio si sta attrezzando per potenziare il comparto irriguo a sostegno di un’agricoltura che nel nostro territorio costituisce uno dei maggiori volani socio-economici: da essa dipendono migliaia di lavoratori impiegati nell’industria di trasformazione alimentare romagnola, nell’export, nel commercio all’ingrosso e al dettaglio e in tutti quei settori che vi ruotano intorno quali la logistica, i trasporti, la distribuzione".

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