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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia Lugo

Carisp di Cesena, l'avvocato Giorgio Guerra rappresenterà la Bassa Romagna

Indicata per la carica di presidente l’avvocato Catia Tomasetti, riminese di nascita ma che è operativa a Roma dove ricopre incarichi di grande rilievo professionale in un primario studio legale

Le Fondazioni di Cesena, Lugo e Faenza hanno designato i consiglieri che entreranno a far parte del consiglio d'amministrazione della Cassa di Risparmio di Cesena spa. Rispetto alla precedente composizione, la nuova “squadra” ha visto la riduzione di organico da undici a nove membri fra i quali, alla prima riunione, verranno scelti il presidente ed il vicepresidente, che resteranno in carica, come pure i nuovi organi nel loro complessi, fino all’approvazione del Bilancio 2018.

Indicata per la carica di presidente l’avvocato Catia Tomasetti, riminese di nascita ma che è operativa a Roma dove ricopre incarichi di grande rilievo professionale in un primario studio legale, con il ruolo di partner, e in qualità di presidente di Acea spa, l’azienda dei servizi pubblici di Roma che è pure quotata in borsa. Da esperienze professionali di elevato profilo vengono anche il dott. Francesco Caputo Nassetti e il prof. Lorenzo Frediani. Con un più stretto riferimento al territorio romagnolo, ma al tempo stesso con profili professionali che rispondono appieno ai requisiti recentemente previsti dalla Vigilanza bancaria, sono entrati nel Consiglio di Cassa Cesena l’avvocato Giorgio Guerra, esperto di diritto penale societario con studio legale sia a Lugo che a Bagnacavallo, in passato vice Pretore onorario, il faentino dott. Andrea Ragagni, già dirigente bancario ed i cesenati Carlo Comandini, imprenditore, ed il ragioniere Adolfo Zanuccoli. I soci privati, che si concentrano per più del 75% nella zona del cesenate, sono stati eletti il dott. Maurizio Brunelli ed il dott. Fabrizio Ceccarelli.

Le Fondazioni, viene evidenziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio e Banca del Monte di Lugo, "hanno adottato un metodo certamente innovativo, privilegiando la designazione di soggetti non impegnati in precedenza con incarichi presso la Cassa e le Fondazioni stesse. Nell’agenda del nuovo Consiglio ci saranno subito tre punti fondamentali per il rilancio dell’Istituto: il piano industriale che delinei con precisione le strategie commerciali ed organizzative che consentano al tempo stesso di rafforzare il legame storico della banca con il suo territorio di riferimento e di intraprendere nuovi canali distributivi che avvicinino ai servizi ed ai prodotti bancari anche quote sempre maggiori di nuove generazioni; la ricerca di un gruppo, preferibilmente bancario, con il quale poter stringere una intesa forte e poter arrivare, anche per tappe, alla cessione della maggioranza della banca, in ciò avviando per le Fondazioni il processo di dismissione delle quote di partecipazione eccessivamente rilevanti, non più detenibili a seguito dell’adesione al protocollo di MEF – ACRI dell’aprile scorso;  l’adeguata patrimonializzazione mediante un aumento di capitale che consenta di traguardare gli indici sempre più stringenti che le autorità monetarie europee hanno imposto al mondo delle banche".

"Nell’Assemblea di lunedì scorso si è percepito un messaggio rassicurante - viene sottolineato - l’ampia relazione svolta dal presidente uscente Tommaso Grassi in apertura ha inserito la situazione di difficoltà che sta vivendo la Cassa nel più generale stato di crisi dell’economia in genere e del sistema bancario in particolare. Perdite di valore delle azioni del comparto sono all’ordine del giorno sia fra le banche quotate, sia fra quelle non quotate perché le insolvenze hanno “picchiato forte” ovunque e non tutti gli Istituti erano attrezzati per sostenerne il peso. La Cassa di Cesena, tuttavia, ha ancora un patrimonio solido, pur se inferiore a quello di qualche anno fa, a causa degli accantonamenti per perdite su crediti che sono stati appostati in misura assai elevata: se questi accantonamenti eccezionali hanno rappresentato un problema per gli azionisti, che negli ultimi esercizi hanno visto ridursi fino ad annullarsi il dividendo, hanno però consentito alla banca – diversamente da quanto è successo recentemente per altre anche vicine a noi per dimensione e territorio – di proteggere la vulnerabilità del proprio attivo. “Non solo i correntisti e gli obbligazionisti, ma anche gli azionisti devono stare tranquilli perché il ‘bail in’ non toccherà la Cassa di Cesena: al momento il patrimonio è ben solido e quindi anche gli azionisti, che in caso di liquidazione sarebbero gli ultimi ad essere soddisfatti, sanno che la loro partecipazione al capitale di rischio della banca non è vanificato.” Una cura che ha comportato sacrifici soprattutto negli ultimi bilanci ma che si è dimostrata valida se è vero che il rigore della Vigilanza, certamente accentuato dopo le gravi crisi che hanno coinvolto prima lo scenario europeo e più recentemente anche quello italiano, non ha portato con sé le soluzioni più drastiche ma ha favorito l’adozione di misure adeguate e tempestive per il rilancio di un’azienda che, pur se sta vivendo le difficoltà tipiche del settore, è fondamentalmente sana e tale devono continuare a ritenerla le famiglie, gli operatori economici, gli enti e gli azionisti".

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