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Economia

Alluvione, l'allarme di Confindustria: "L'83% delle imprese non ha ancora ricevuto ristori. Rischio desertificazione per le colline"

Il bilancio di Confindustria Romagna dopo gli eventi alluvionali: 130 le aziende colpite, nell’83% dei casi nessun ristoro. Il presidente Roberto Bozzi: “Amarezza per i mancati aiuti promessi"

A cinque mesi dall’alluvione l’83% delle imprese nelle province di Ravenna e di Forlì-Cesena non ha ad oggi ricevuto ristori da parte del Governo e una consistente fetta di aziende, pari all’11%, non è ancora riuscita a ripartire.  E’ questo il bilancio tracciato da Confindustria Romagna dopo gli eventi alluvionali di maggio che hanno travolto famiglie e aziende nel territorio romagnolo, sulla base dei dati raccolti dal Centro studi dell’associazione in una cinquantina di attività manifatturiere e di servizi, indicativamente il 40% di quelle colpite. Un bilancio arrivato nell’ambito del "Romagna Business Matching”, manifestazione espositiva e di b2b in corso a Cesena Fiera.

Sono 130, su un totale di un migliaio, le imprese rimaste coinvolte, con una conta dei danni che arriva a 200 milioni di euro, concentrate principalmente nella zona di Forlì e Cesena e in quella di Conselice. A rappresentare lo stato dell’arte e le problematiche ancora in essere delle realtà associate a Confindustria, così come le azioni messe in atto fin da quei primi drammatici momenti, il vicepresidente di Confindustria, presidente Piccola Industria Confindustria e referente del Programma gestione emergenze di Confindustria, Giovanni Baroni, e Roberto Bozzi, presidente di Confindustria Romagna.

“Amarezza per i mancati aiuti promessi”

"I dati ci confortano - dice il presidente di Confindustria Romagna, Roberto Bozzi - ma c’è un po’ di amarezza per i mancati aiuti promessi, almeno finora, anche se le nostre associate stanno comunque ripartendo, pur manifestando preoccupazione gli storici piccoli fornitori che rischiano di non rialzarsi. Nessuna industria è un'isola: sul territorio è forte il rapporto di filiera corta con maestranze locali, che dopo decenni di collaborazione e fiducia diventano famiglie aggiunte. I principali auspici ora riguardano lo sblocco dei ristori anche per quanto riguarda il fermo produttivo”.

Solo il 17% delle aziende ha ricevuto qualche aiuto. Resta però sostanzialmente positivo il giudizio sull’operato del commissario all’emergenza Figliuolo: “Si è mosso velocemente, poi ci sono gli aspetti burocratici, ma siamo certi che entro qualche mesi riuscirà ad aiutare tutti”. Confindustria si è subito attivata per una ricognizione dei danni. “Per prima cosa abbiamo contattato una per una le nostre associate per capire di cosa avessero bisogno - dice Bozzi - e ci siamo mossi per trovare in tutti’Italia le risorse necessarie: idrovore, pompe, spazzatrici. Un’operazione che ha funzionato bene. Abbiamo visto una grande solidarietà”.

Criticità per le filiere 

Tra principali criticità ci sono quelle legate alle filiere, in particolare quelle più piccole e specializzate, ancora in sofferenza e sulle quali si sta concentrando l’azione di supporto di Confindustria per la ripartenza del territorio.  Più incoraggiante il dato che si registra sul versante dell’occupazione, con il 92% delle imprese che hanno mantenuto i livelli occupazionali pre-alluvione e “solo”  l’11% prevede nei prossimi mesi di accedere alla cassa integrazione. Questo sul versante dei numeri. C’è poi un dato che emerge e che riguarda invece la rete di collaborazione tra gli imprenditori associati nei giorni più drammatici dell’alluvione e che va sotto il segno della solidarietà.

Rischio desertificazione delle zone montane

Oltre al tema dei ristori, c’è quello della delocalizzazione delle imprese, in particolare nelle zone montane, con una conseguente desertificazione. “Le aziende di montagna sono quelle che si trovano nella situazione più critica a causa della logistica e della viabilità che in molti casi è stata interrotta - sottolinea Bozzi - e il rischio è la desertificazione di queste zone. Per questo motivo è importante far ripartire la filiera con una logistica efficace, nonostante la fragilità del territorio, dobbiamo lavorare per una collina che funzioni, in particolare nella zona di Forlì e di Cesena”.

Cultura della prevenzione e strumenti assicurativi

Su prevenzione, messa in sicurezza del territorio e potenziamento degli strumenti assicurativi si è concentrata l’analisi del vicepresidente di Confindustria Baroni, alla guida dell’unità nata in seno a Confindustria per la gestione delle emergenze, in collaborazione con la Protezione civile, su base nazionale. “Questo territorio e le imprese romagnole hanno dato ancora una volta prova della loro forza e del loro grande cuore – ha commentato - ma non possiamo lasciarle sole, dobbiamo sostenerle stimolando una cultura della prevenzione che possono mettere in atto anche singolarmente per essere pronte di fronte alle catastrofi sempre più frequenti. Penso poi a premialità di tipo automatico per le pmi che investono in prevenzione, incentivi da parte del sistema assicurativo e a una maggiore valorizzazione da parte del sistema bancario nella valutazione del merito di credito degli investimenti in prevenzione”. Serve, secondo Baroni, “una rete salda tra pubblico-privato in grado di sostenere famiglie, comunità e imprese colpite da calamità. Solo insieme possiamo rendere il Paese davvero resiliente”.

I dati 

Delle aziende intervistate, la quasi totalità ha ripreso la propria attività. Per l’11% delle imprese coinvolte nell’indagine, la ripartenza si attesta ad un 70% e per il 5% al 20%. Il  3% non ancora potuto riprendere la produzione. Fra le aziende che non sono ancora ritornate a pieno regime il 14% ipotizza di farlo entro un mese, il 14% in due mesi, il 29% in tre mesi e il 14% in sei mesi. Il 58% delle aziende è riuscito a mantenere intatta la catena di fornitura mentre il 42% è dovuto ricorrere a nuovi fornitori. Per quanto riguarda i clienti, l’83% delle aziende ha dichiarato di non averne ricercati di nuovi. Investimenti L’80% conferma che intende mantenere i programmi di investimenti previsti.

Confindustria Romagna al Romagna Business Matching-2

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