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Economia Bagnacavallo

Bagnacavallo, area commerciale Naviglio: le associazioni chiedono marcia indietro in consiglio

Riformulare la proposta per la modifica di accordo territoriale tra la Provincia di Ravenna ed il Comune di Bagnacavallo che di fatto darebbe il via libera alla nuova area commerciale Naviglio

Riformulare la proposta per la modifica  di accordo territoriale tra la Provincia di Ravenna ed il Comune di Bagnacavallo che di fatto darebbe il via libera alla nuova area commerciale Naviglio. Questo chiedono Confcommercio e Confesercenti Lugo,  con un rinvio della discussione. “Tutte le recenti normative nazionali in tema di liberalizzazione, infatti, nel vietare di porre ingiustificati vincoli all’azione degli operatori economici hanno sempre e costantemente fatto salve le disposizioni che prevedono limiti dettati dalle esigenze di protezione della salute umana, dei lavoratori, della conservazione delle specie animali e vegetali, dell'ambiente, ivi incluso l’ambiente urbano, del paesaggio e del patrimonio artistico e culturale, della sicurezza e dell’ordine pubblico”, esordiscono in una nota.

“A fronte di consumi sostanzialmente inalterati negli ultimi anni, l’offerta commerciale è largamente sovrabbondante, e non si può certo dire che esistano necessità insoddisfatte di questo tipo nel nostro territorio. A Bagnacavallo esistono, invece, esigenze di tutela ben diverse, legate soprattutto, e proprio, alle esigenze di tutela dell’ambiente urbano e del paesaggio. - proseguono le associazioni - . Lo sviluppo di superfici commerciali nell’area Naviglio 2 avrebbe come effetto certo l’ulteriore spopolamento ed impoverimento di un ambiente urbano da preservare quale il centro storico di Bagnacavallo, poiché non si pensa certo che la nuova superficie possa attrarre solo o in misura significativa consumi sovra comunali. Meno attività nel centro significa meno manutenzione e presidio del territorio e più degrado, oltre ad un impoverimento della qualità di vita dei residenti. Significa non tutelare l’ambiente urbano e il paesaggio. Inoltre occorre considerare anche i risvolti in materia di sicurezza e ordine pubblico che un ulteriore impoverimento dell’ambiente urbano del centro andrebbe a determinare: già adesso esistono i problemi che conosciamo, ma questi sarebbero solo una parte di quelli che avremmo nel futuro”.

“Tutte motivazioni – insieme a quella di non consentire la cementificazione di territorio ancora inedificato - che ben consentono una completa riformulazione della proposta di delibera, togliendo la possibilità di costruire anche solo un metro di superficie commerciale, ed evitando di esporre gli amministratori a censure dovute alle leggi di liberalizzazioni proprio perché in presenza di vincoli dettati da esigenze di carattere superiore che le normative di liberalizzazione stesse fanno salve. Non chiediamo quindi di togliere solo i metri quadri destinati al commercio alimentare, ma di togliere tutti i metri quadri destinati a superficie commerciale, anche extralimentare. Potrebbe invece essere opportuno – concludono Confcommercio e Confesercenti -  il mantenimento della possibilità edificatoria per quanto riguarda attività di tipo produttivo, compatibili comunque con un area che presenta particolari caratteristiche, non ultima la vicinanza con la casa di riposo Bedeschi, e a seguito di attenta valutazione. Chiediamo quindi una riformulazione della proposta di delibera che colga gli aspetti evidenziati”.

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