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Economia

Bagnini mobilitati per uscire dalla Bolkestein

Il 23 febbraio chiederanno al governo che si escludano le imprese turistico-ricreative dall’applicazione della Direttiva Servizi (Direttiva Bolkestein)

La decisa protesta di SIB-Confcommercio e di altri sindacati di categoria (FIBA-Confesercenti, CNA Balneatori e Assobalneari) - all’indomani dell’inserimento delle concessioni demaniali, all’Articolo 26 della bozza del Decreto Governativo sulle liberalizzazioni - ha contribuito in maniera determinante all’esclusione degli operatori di spiaggia dal Decreto sulle liberalizzazioni che il Governo Monti ha licenziato il 20 gennaio scorso.

Nel testo definitivo varato dall’esecutivo nazionale sulla materia, non vi è infatti più traccia dell’articolo che indicava, tra le altre categorie, la liberalizzazione delle attuali concessioni demaniali.

“Se la durata delle concessioni fosse stata fissata a quattro anni e, soprattutto, se per queste fosse stato previsto il meccanismo di rinnovo tramite la metodologia delle gare ad evidenza pubblica, l’attuale modello balneare italiano, sarebbe stato letteralmente spazzato via. In buona sostanza, il concessionario uscente, ogni quadriennio, sarebbe stato costretto a ‘ricomprarsi’ la propria attività in concorrenza con altri, trasformando il tutto in una vera e propria ‘riffa’ e cercando di ipotizzare l’offerta del concorrente per il timore di perdere l’asta – si legge in una nota di Confcommercio -.  Inoltre, se l’intenzione, prevista nella bozza originale del Governo, fosse stata confermata si sarebbe stravolta una decisione assunta dal Parlamento appena qualche settimana fa e con essa, tutto il lavoro di concertazione svolto con i rappresentanti delle imprese, che ha trovato la sua temporanea conclusione con l’articolo 11 della Legge n° 217 del 15 dicembre 2011 (Legge Comunitaria 2010)”.

“Tale provvedimento legislativo – prosegue la nota - rende infatti completamente conforme alla normativa dell’Unione Europea quella del nostro Paese, in quanto aderisce puntualmente e precisamente alle richieste della Commissione Europea del 5 maggio 2010. La Legge Comunitaria 2010 fissa inoltre 15 mesi di tempo, entro i quali il Governo dovrà adottare un Decreto Legislativo sulla revisione e il riordino della legislazione relativa alle concessioni demaniali marittime, consentendo di valutare con attenzione e serenità, tutte le esigenze in campo, mediante un confronto con le forze politiche, le Regioni, le rappresentanze sindacali, secondo criteri tesi a coniugare la normativa europea e la salvaguardia legittima di chi, da anni, investe risorse e professionalità nella gestione delle spiagge, valorizzando l’offerta turistica italiana, favorendone anche l’aspetto occupazionale”.

Il 23 febbraio, SIB-Confcommercio e altre sigle sindacali saranno ricevute dai Ministri Moavero e Gnudi, ai quali, tra gli altri aspetti, chiederanno che Governo, Parlamento italiano e Unione Europea, provvedano, previa deroga, a escludere le imprese turistico-ricreative italiane dall’applicazione della Direttiva Servizi (Direttiva Bolkestein) e, conseguentemente, ad adottare ogni ulteriore provvedimento idoneo ad evitare la distruzione di un settore economico nazionale vitale e competitivo, unico e inimitabile in Europa e nel mondo. SIB-Confcommercio “è infatti fermamente convinto che le concessioni turistico-ricreative italiane, non siano concessioni di servizi, bensì di beni. Permane comunque lo stato di mobilitazione della categoria, in quanto, se non si avranno risposte soddisfacenti da parte del Governo, saranno convocate riunioni per valutare le prossime iniziative di protesta a carattere nazionale”.
 

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