I lavoratori della Cmc incontrano il segretario dem Enrico Letta per chiedere aiuto
I lavoratori della Cmc, in questi giorni, stanno inviando a tutti i candidati alle prossime elezioni politiche la richiesta di sottoscrivere un appello al fine di sostenere la ricerca di una soluzione per la cooperativa. Venerdì sera il documento è stato consegnato di persona al segretario dem Letta
Le lavoratrici e i lavoratori della Cmc di Ravenna venerdì sera hanno incontrato il segretario del Pd Enrico Letta, ospite di una iniziativa a Cesena, per parlare dello stato di difficoltà della cooperativa. All'incontro erano presenti, tra gli altri, il sindaco Michele de Pascale, il segretario provinciale Pd Alessandro Barattoni e le candidate dem alle prossime elezioni politiche Ouidad Bakkali e Manuela Rontini.
La Cooperativa muratori e cementisti di Ravenna, costituita nel 1901, è la terza società di infrastrutture del Paese, con cantieri aperti in tutta Italia e nel mondo. Occupa oltre 3800 addetti, creando un indotto di 15 mila piccole e medie imprese. I lavoratori della Cmc, in questi giorni, stanno inviando a tutti i candidati alle prossime elezioni politiche la richiesta di sottoscrivere un appello al fine di sostenere la ricerca di una soluzione per la cooperativa. Venerdì sera il documento è stato consegnato di persona al segretario dem Letta.
"Sin dall’inizio dello stato di crisi della cooperaiva — dichiara il presidente di Legacoop Romagna, Mario Mazzotti — siamo costantemente impegnati per trovare una risposta che consenta di salvaguardare il patrimonio occupazionale e produttivo di una grande azienda italiana conosciuta in tutto il mondo. Sosteniamo l’iniziativa dei lavoratori della Cmc e chiediamo con forza di non discriminare la cooperativa rispetto a quanto già effettuato dalle istituzioni nei confronti di altre grandi imprese di costruzione in termini di aiuto e sostegno pubblico. Auspichiamo che tutte le forze politiche rispondano all’appello in modo positivo, inserendo questo tema nel dibattito in corso. Il rischio è di fare perdere per sempre all’Italia un capitale ingegneristico e di competenze inestimabile".