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I precari della scuola scendono in piazza contro il Governo

Martedì 24 gennaio dalle 15.30 alle 17.30 i precari della scuola saranno in piazza del Popolo a Ravenna per chiedere assunzioni ed investimenti. La FLC Cgil di Ravenna, che aderisce alla manifestazione

Martedì 24 gennaio dalle 15.30 alle 17.30 i precari della scuola saranno in piazza del Popolo a Ravenna per chiedere assunzioni ed investimenti. La FLC Cgil di Ravenna, che aderisce alla manifestazione, invita tutti i lavoratori della scuola a sostenere il futuro della scuola intervenendo alla manifestazione.

Dice la Cgil in una nota: “Da anni si procede al taglio nella scuola: una buona fetta di torta è andata al taglio del personale, un’altra fetta a quello delle risorse economiche, un’altra parte se ne è andata per effetto della riforma. Della torta scuola cosa rimane? Docenti soprannumerari, classi sovraffollate e tanto tanto precariato… sempre più precario. Molti docenti supplenti hanno investito la loro vita nella scuola con anni di servizio, percorsi di specializzazione ed abilitazione, formazione, sviluppo di competenze e professionalità. Oggi a loro cosa resta della torta scuola? Forse briciole o forse nulla”.

“Al precario oggi viene chiesto di digiunare e fra qualche tempo forse di smettere di lavorare.
Quale sarà la risposta per chi ha acquisito anni di esperienza, per chi ha conseguito anche più di un’abilitazione, per chi ha frequentato i corsi SISS, per chi ha messo la sua vita a disposizione della scuola accettando incarichi temporanei? Il coordinamento dei precari della FLC di Ravenna ha posto fiducia ed aspettative in questo Governo, ma al di fuori degli slogan sullo svecchiamento del corpo insegnante, della necessità di aprire spazi occupazionali ai nuovi laureati, resta il problema di un mancato turn over per effetto della riforma pensionistica e dei tagli e resta soprattutto il problema di una occupazione del personale precario che, senza risposte appropriate non verrà risolto con il rischio di uno scontro generazionale senza vantaggi per nessuno”.

“Il precario storico, sempre più magro, non passerà mai di ruolo e il precario giovane passerà il suo tempo a sperare di assaggiare un po’ di torta. Se la scuola, l’istruzione, la conoscenza, non torneranno ad essere la priorità di questo Governo e di questo Paese, non ci saranno più fette, non ci saranno più tagli, ma soprattutto, non ci sarà più futuro”.

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