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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Imprese, numeri drammatici per il 2014: boom di chiusure per i ristoranti

Nonostante il quadro contingente negativo, anche sul territorio ravennate continuano ad operare migliaia e migliaia di microimprese, moltissime delle quali a gestione familiare. Negli ultimi anni l'esistenza in vita delle imprese si è ridotta in modo impressionante

I dati relativi alle aperture e chiusure delle imprese nei primi 8 mesi dell’anno in corso in provincia di Ravenna, forniti dall'Osservatorio di Confesercenti, delineano un andamento fortemente negativo. “Nell’evidenziare la situazione oggettiva di difficoltà e di chiusure, che si accompagna al calo medio dei fatturati e dell’occupazione, al tempo stesso occorre affermare l’esigenza di rinvigorire l’avvio di nuove imprese”, si legge nella nota dell'associazione.

Nonostante  il quadro contingente negativo, anche sul territorio ravennate continuano ad operare migliaia e migliaia di microimprese, moltissime delle quali a gestione familiare. Negli ultimi anni l’esistenza in vita delle imprese si è ridotta in modo impressionante. Le nuove attività sembrano destinate ad avere una vita sempre più breve. Secondo le nostre rilevazioni la crisi ha accorciato notevolmente la vita delle imprese del commercio: a giugno 2014 circa un terzo delle attività aperte nel 2010 è già sparito, bruciando un notevole capitale di investimenti. Da alcuni anni un’impresa su quattro dura addirittura meno di tre anni. Investimenti bruciati ed occupazione perduta.

Chiudono anche imprese che hanno una lunga storia imprenditoriale alle spalle. Ad esempio la macelleria di Giovanna Faedi e Paolo Tazzari, a Fosso Ghiaia,  chiuderà a fine settembre, dopo tanti anni di attività; chiusura che, come in altri paesi, comporta la perdita del servizio nella località. Ai titolari è andato un riconoscimento da parte della Confesercenti.

Così il presidente provinciale Roberto Manzoni: “L’avvio del 2014 è stato peggiore di quanto ci aspettassimo. Anche la stagione dei saldi ha avuto risultati generalmente al di sotto delle aspettative, anche se non mancano le differenze di andamenti territoriali. Siamo entrati nel terzo anno di crisi del commercio e molte imprese semplicemente non ce la fanno più, schiacciate dalla diminuzione dei consumi delle famiglie e dall’aumento della pressione fiscale. Spaventa, inoltre, la doppia batosta Tari/Tasi. Come se non bastasse, sui piccoli commercianti si è abbattuta dal 2012 anche la liberalizzazione delle aperture del commercio. Introdotta dal Salva-Italia del Governo Monti, con lo scopo di rilanciare consumi e occupazione, che è stata un vero flop: i previsti effetti benefici sono tuttora ‘non pervenuti’, ed il settore ha perso tra il 2012 e il 2013 oltre 100mila posti di lavoro in Italia, tra imprenditori e dipendenti, registrando allo stesso tempo 28,5 miliardi di minori consumi di beni da parte delle famiglie”.

“La tanto attesa ripresa, per commercio e turismo, non si è ancora materializzata. E nel 2014 prosegue implacabile l’emorragia di imprese nei due settori: nei primi otto mesi dell’anno anche in provincia di Ravenna abbiamo avuto 410 chiusure a fronte di 258 aperture, per un saldo finale negativo di -152 unità. - continua Manzoni - E’ questo il dato principale che emerge dalle rilevazioni sui primi otto mesi del 2014 dell’Osservatorio Confesercenti su Commercio al dettaglio e attività del Turismo. A pesare è soprattutto il calo delle iscrizioni, mentre non si arrestano le chiusure. Un rallentamento che è la vera novità di quest’anno: se un negozio o un pubblico esercizio in vendita, fino al 2013, erano un’occasione per un nuovo investitore, adesso sembra essersi diffusa una profonda sfiducia nelle possibilità offerte dai due settori.”

I DATI
Nei primi otto mesi del 2014 nel commercio il saldo tra aperture e chiusure di imprese è negativo in tutti i comparti merceologici e le tipologie d’impresa prese in esame dall’Osservatorio Confesercenti, con l’eccezione del commercio via Internet (+1) e soprattutto del commercio al dettaglio di automobili (ben +34 e quasi tutte nel Comune di Ravenna) di cui si è già specificata l’origine (regolarizzazioni e per vendita auto usate). Senza questo dato di aziende (comunque meno strutturate) il saldo negativo complessivo sarebbe di -186.

Turismo: boom di chiusure per i ristoranti
Segnali estremamente negativi dal turismo: il settore alloggio e somministrazione, nel quale confluiscono hotel, ristoranti e bar, ha perso 141 aziende con un saldo finale di -85 (56 iscrizioni e 141 cancellazioni). In particolare -33 il saldo nelle imprese di ristorazione e -16 dei Bar.

Commercio al dettaglio in sede fissa: crisi nera per E-cig, edicole e negozi d’abbigliamento
Il peggior saldo negativo si registra nel commercio al dettaglio in sede fissa: il settore perde 180 imprese e ne guadagna 93, con un saldo finale in rosso di -87 unità. Tra le categorie merceologiche prese in esame dall’Osservatorio Confesercenti, spicca la sofferenza registrata dai negozi che vendono E-cig: dopo il boom degli anni scorsi, in questi primi otto mesi il settore ha registrato un saldo di -6 unità.  Continua anche l’emorragia dell’abbigliamento (saldo negativo di -20 unità), delle edicole e rivendite di giornali (-5) e del commercio ambulante (-8).

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