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Economia

Imprese ravennati, quasi 200 in più fra aprile e giugno: ma aumentano anche le chiusure

Negativo il bilancio fra nuove iscrizioni e cessazioni. Il presidente della Camera di commercio: "Gli imprenditori, giovani e meno giovani sono traino della nostra economia e concorrono al benessere del territorio"

Il sistema delle imprese ravennati continua a mostrare resilienza, insieme a qualche slancio di dinamismo. I dati del secondo trimestre 2023 evidenziano, infatti, un saldo positivo tra aperture e chiusure di imprese, con un aumento complessivo di 199 nuove aziende nel periodo aprile-giugno. Il risultato, sebbene rappresenti un segnale incoraggiante, è uno tra i meno brillanti nell'arco degli ultimi dieci anni. Uno dei principali elementi che ha influenzato il quadro demografico delle imprese ravennati nel secondo trimestre dell’anno è stato il calo del numero di iscrizioni (509, -1,4%), il quinto peggior risultato del decennio. Allo stesso tempo, le cessazioni hanno raggiunto le 310 unità (+2,3%), valore che, pur restando al di sotto della media del periodo pre-covid, è superiore al 2022. E’ quanto emerge in sintesi dall’analisi trimestrale Movimprese relativa al periodo aprile-giugno 2023, condotta dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna sui dati InfoCamere del Registro delle Imprese.

Il bilancio tra aperture e chiusure, generalmente positivo nel secondo trimestre di ogni anno, risulta inferiore di 14 unità rispetto all’analogo periodo del 2022 (+199 contro +213).  In termini percentuali, lo stock complessivo delle imprese è cresciuto del +0,52% (in termini di tasso di crescita trimestrale ed al netto delle cancellazioni d’ufficio), portando il totale delle imprese registrate nella provincia di Ravenna, al 30 giugno 2023, a 38.530 realtà imprenditoriali, tasso che è rimasto piuttosto stabile rispetto al secondo trimestre dell’anno precedente (solo qualche decimale in meno rispetto a quello dell’aprile-giugno 2022 che era +0,56%), mentre  risulta in netto miglioramento rispetto a quello riscontrato nell’anno della ripartenza (+0,27% nel secondo trimestre del 2021).

Il contributo più rilevante al risultato trimestrale è venuto ancora una volta dal settore delle costruzioni (che ha fatto contabilizzare 106 nuove iscrizioni) e quasi tutti i settori hanno messo a segno saldi positivi nel trimestre. Le conseguenze derivanti dalla drammatica alluvione di maggio, che ha duramente colpito la regione Emilia-Romagna ed in particolar modo la provincia di Ravenna, molto probabilmente si ripercuoteranno in maniera più incisiva sull’andamento del sistema imprenditoriale locale nei prossimi trimestri. Tassi di crescita trimestrali un po’ più contenuti ed in rallentamento si riscontrano per la regione (+0,46%) e mediamente per l’Italia (+0,47%). Al bilancio del trimestre ha contribuito anche la componente artigiana: positivo infatti per il settore artigiano il tasso di crescita, pari a +0,93%, con un saldo attivo di 96 imprese (226 le iscrizioni di nuove imprese contro 130 cessazioni volontarie), migliorando quanto verificatosi nel secondo trimestre 2022 (+70 unità e tasso di crescita trimestrale pari a +0,68%); per il comparto artigiano, ancora una volta il contributo più significativo arriva dal gruppo di imprese dell’edilizia (+56 il saldo totale nel periodo per le artigiane edili). Ma si registrano saldi attivi anche in gran parte degli altri settori artigiani.

“Gli imprenditori, giovani e meno giovani – ha sottolineato Giorgio Guberti, presidente della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna - sono traino della nostra economia e concorrono al benessere del territorio, alla coesione interna, alla sua capacità di competere e, dunque, alle prospettive del futuro. Imprese attente al benessere delle famiglie dei dipendenti, che hanno a cuore i propri fornitori e clienti, che spesso rinunciano ai potenziali benefici di una delocalizzazione produttiva in paesi a più bassi costi di produzione, anche per senso di responsabilità nei confronti delle proprie comunità. Per questo – ha concluso il presidente della Camera di commercio - vanno supportate sostenendo gli investimenti e rimuovendo i tanti ostacoli che ne frenano lo sviluppo”

Le forme giuridiche. Sotto il profilo organizzativo, in questo periodo quasi tutte le tipologie hanno contribuito alla formazione del saldo positivo e sono sempre le società di capitale e le imprese individuali a essere determinanti sul risultato complessivo. Si conferma la forza della formula della società di capitale per quanti decidono oggi di lanciarsi in un’iniziativa imprenditoriale; tra le forme giuridiche, infatti tra i segmenti più dinamici del tessuto imprenditoriale provinciale si conferma quello delle società di capitali, che aumenta nel trimestre di 84 unità (saldo netto tra iscrizioni e cancellazioni, pari ad un tasso di crescita del +0,94%); in particolare tra aprile e giugno sono state registrate in provincia di Ravenna un numero di aperture di società di capitale di poco superiore allo scorso anno (118 contro 117). Una vitalità che si associa al saldo positivo delle ditte individuali: in questo trimestre, si è allargato anche il perimetro delle imprese individuali, aumentate di 111 unità (in termini di tasso si tratta di un +0,54%). Da notare che delle 509 complessive nuove aperture del trimestre, quasi il 68% ha assunto la forma di ditta individuale. Seguono, più a distanza, le “altre forme” che fanno registrare 5 unità in più (pari a +0,49%).

Rimangono in lieve contrazione invece, le società di persone (-1 unità). Le dinamiche settoriali. Dal punto di vista dei settori di attività, se si eccettua l’industria estrattiva che è comunque all’insegna della stabilità, tutti i settori hanno messo a segno saldi attivi nel trimestre. Meglio degli altri (in termini di saldo tra gli stock, rispetto al trimestre precedente) ha fatto il settore delle costruzioni, con 68 imprese in più; bene anche il commercio (+34) e le attività di alloggio e ristorazione (+25), seguiti da le attività professionali, scientifiche e tecniche (+18), attività immobiliari (+16), noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (+13) e le attività artistiche, sportive e divertimento (+11). Segno positivo anche per le industrie manifatturiere (+8), logistica (+8), credito (+7), altre attività di servizi alle persone (+5), agricoltura (+4), servizi ICT (+3), fornitura gas-energia, istruzione e sanità (tutte e tre con 3 unità in più) e fornitura acqua-reti fognarie che acquisisce una azienda in più. Tipologie di imprese. Nel secondo trimestre dell’anno, si riscontrano tassi di crescita per le imprese giovanili (+5,08%, corrispondente ad un saldo netto tra iscrizioni e cessazioni volontarie pari a +116 unità), proseguendo e migliorando la serie positiva degli anni precedenti (+3,97% nel 2022 e +2,58% nel 2021); il tasso di crescita per le imprese capitanate da “under 35” risulta anche più elevato rispetto a quello del complesso delle imprese (+0,52%) e, rispetto al trimestre precedente, la loro consistenza aumenta.  Le imprese giovanili rappresentano il 30,3% del complesso delle iscrizioni e poco più del 12% del totale delle chiusure.

Saldo positivo anche per le imprese straniere (+111 unità e tasso pari a +2,13%), con crescita di velocità sia rispetto all’anno precedente (nell’aprile-giugno 2022 il tasso di crescita era stato +1,31%) che rispetto al 2021 (+0,82%); inoltre, le imprese straniere registrano incrementi diffusi in quasi tutti i settori, che portano ad una consistenza aumentata in 12 mesi del 5,5% (in termini di variazione percentuale degli stock). Per quanto riguarda la loro incidenza sul totale: circa il 14% delle  imprese è gestita da nati all’estero. Trend analogo per le imprese femminili; il saldo della movimentazione è positivo, con 40 attività in più e tasso trimestrale  pari a +0,50%.  In questo caso, si rileva una lieve decelerazione rispetto al dato dello scorso anno (+0,67%), mentre è in recupero rispetto a quello dell’analogo trimestre del 2021 (+0,37). La presenza relativa di imprese femminili in provincia di Ravenna (21%) risulta allineata alla media regionale (21%) e rimane inferiore a quella dell’Italia (22,2%).

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