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Economia

Mercato del lavoro, Pieri (Cisl): "Calano i contratti a tempo indeterminato in Romagna"

Il calo nell'area romagnola per il segretario regionale Cisl potrebbe essere dovuto all'alluvione. "Giovani e donne puntino sulle competenze tecniche ed economiche"

"I giovani, e in particolare le ragazze, puntino sulle competenze, specie quelle STEM, quelle tecniche ed economiche. Sono queste a farla da padrone in un mercato del lavoro che al momento resta ancora dinamico ma che, visti i primi segnali di rallentamento dell'economia, subirà inevitabilmente una contrazione dell'occupazione". Così Filippo Pieri, segretario regionale della Cisl, sabato mattina a “La finestra sui fatti”, rubrica settimanale su Radio Flyweb, dove ha parlato dell’andamento dell’economia e delle prospettive del mercato del lavoro regionale.

Un quadro generale in cui, nel primo semestre del 2023, la regione Emilia-Romagna ha fatto segnare un decremento  del 1,78% delle assunzioni rispetto allo stesso periodo del 2022, totalizzando 403.771 nuovi contratti lavorativi contro i 411.100 dell’anno precedente. Con dati (elaborati su fonte INPS) che confermano una tendenza ormai acquisita: la maggioranza di queste nuove assunzioni è a tempo determinato: solo il 14.26% dei contratti è stato a tempo indeterminato (-0,42%), mentre il 33.53% è a termine (+0,30%), il 4.37% in apprendistato (-5,92%), il 17.15% stagionale (-1,80%), il 15.85% in somministrazione (-8%) e infine il 14.49% intermittente (+0,77%).

"In generale - ha continuato il segretario generale della Cisl ER - abbiamo rilevato una leggera contrazione dei contratti a tempo indeterminato a fronte di un aumento del tempo determinato, tuttavia siamo in presenza di una situazione non omogenea. Ci sono delle province - Reggio Emilia, Modena e Piacenza - che hanno avuto un incremento significativo del tempo indeterminato e altre, come ad esempio l'area della Romagna, dove in alcuni casi c'è stato un importante ridimensionamento di questa tipologia di contratto, probabilmente anche a causa dalle conseguenze dell'alluvione".

Tra le principali criticità il leader Cisl è tornato ad insistere sulle disuguaglianze di genere. Insieme al valore inestimabile che in questo contesto assumono le competenze, "diventa basilare incidere sui servizi - da quelli dell'infanzia a quelli dell'istruzione - da mettere a disposizione delle donne, ancor più di quelle con figli. Così come sono indispensabili gli incentivi per le aziende che assumono donne e, in particolare, donne madri".

Infine, Pieri ha parlato di dimissioni volontarie e delle motivazioni o delle cause che spesso sono alla base di tali scelte. Fenomeno sempre presente,  ma esploso in tutta la sua evidenza nel periodo post pandemia, sebbene in questi ultimi mesi si sia leggermente ridimensionato. Da qui l'appello alle aziende e al mondo produttivo di "porre maggiore attenzione al clima sul posto di lavoro, alle condizioni dei lavoratori, così come alla valorizzazione delle loro capacità e competenze".

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